Recensione di “The sun and her flowers”
Titolo: The sun and her flowers
Autrice: Rupi Kaur
Casa editrice: Tre60 nel mese di settembre 2018
Ciao a tutti, mi sono resa conto che nella precedente recensione del libro di Rupi Kaur non vi ho informati di chi sia lei e credo che questa mia mancanza sia stata enorme in quanto le origini della poetessa incidono e caratterizzano il suo pensiero espresso nelle poesie inserite sia nella precedente raccolta sia in quella di cui vi scrivo oggi quindi di seguito troverete alcune brevi e concise informazioni sulla scrittrice.
Rupi Kaur è una giovane ragazza di 26 anni che vive in Canada fin da piccolissima ma le sue origini sono indiane; questa sua provenienza influisce sulla vita della poetessa anche se i suoi genitori -a differenza di molti loro connazionali- le hanno dato la possibilità di studiare, di crearsi la sua vita e di avere un pensiero libero senza però tenerle nascosto i pensieri, le usanze, le brutalità da cui si sono salvati trasferendosi in Canada (credo che molti di noi, se non tutti, sappiano come venga considerata e trattata la donna in India, in altri paesi orientali ma anche in altre parti del mondo).
Ora che vi ho dato queste piccole informazioni posso descrivervi questa seconda raccolta con la consapevolezza che potrete capire meglio perché l’autrice tocchi determinati argomenti ed esprima con durezza e franchezza i suoi pensieri.
Anche questo volume si suddivise in capitolo “tematici” che fungono come una sorta di pellegrinaggio la cui meta e l’accettazione di noi stessi, l’amore e la tenacia; anche in questa recensione lascerò alcuni estratti degli scritti -due per ogni “blocco- ma dovete sapere che è stato tremendamente difficile selezionare quali portare alla vostra attenzione ma andiamo al sodo.
Il primo capitolo si intitola “L’apparire” ed è composto da scritti il cui tema riguarda gli amori sbagliati parlando della sofferenza provata per una relazione finita; del dolore irriducibile anche se consapevoli che il partner non ci merita; del desiderio di riavere accanto quella persona che ci faceva stare bene anche se siamo coscienti che non ci meriterebbe; del sogno di come immaginavamo il futuro con l’ex compagno al nostro fianco; dei ricordi dei bei momenti passati insieme arrivando addirittura a cercare di cambiare noi stessi sperando di veder ritornare la persona “amata”.
Insomma, questa prima parte racchiude momenti che molte di noi hanno vissuto tristi davanti a un amore finito e inermi davanti alla prima fase di distacco post-relazione.
“te ne sei andato
e io ti volevo ancora però meritavo qualcuno disposto a restare”
“[…]
forse tutti noi lo guardiamo nel modo sbagliato
crediamo che sia una cosa da cercare in giro
qualcosa che dovrebbe piombarci addosso
mentre usciamo da un ascensore
o infilarsi sulla nostra sedia in qualche bar
apparire in fondo alla corsia di una libreria
con la giusta proporzione di attrattiva sessuale e intellettuale ma io credo che l’amore cominci “qui”
tutto il resto è solo desiderio e proiezione
di tutte le nostre carenze necessità e fantasie
ma tutte queste cose esterne non potranno mai risolversi
se non ci rivolgiamo all’interno e non impariamo
ad amare noi stessi per amare il prossimo
[…]”
Il primo capitolo conclude con una poesia stupenda che racchiude un dialogo tra sole e luna ma lascio a voi scoprirla perché rappresenta l’epilogo della prima parte del viaggio.
La seconda tranche si intitola “Il cadere” e tratta forse la parte più triste e delicata della raccolta racchiudendo poesie i cui temi sono la depressione, l’odio verso se stessi e il proprio corpo, la vita in continua attesa di qualcuno che le dia un senso e uno scopo, lo stupro con le sue conseguenze e infine il monito di lottare ogni giorno per guarire da questo stato di torpore e tristezza.
“quando nevica bramo erba
quando cresce erba la calpesto
quando le foglie cambiano colore imploro i fiori
quando sbocciano i fiori
li colgo
-ingrata”
“come l’arcobaleno dopo la pioggia
la gioia si rivelerà dopo il dolore”
Anche questa sezione si conclude con un messaggio forte e veritiero che continuo a celarvi per il medesimo motivo di quello sopra e così ci troviamo ad affrontare “Il radicare”, capitolo centrale di questo percorso.
Il fulcro di questo agglomerato di opere è l’emigrazione, la morte, il bisogno d’unione, l’amore per la figura materna che cambia inevitabilmente la vita di ogni figlio, la delicata tematica dell’infanticidio femminile nei secoli e nei giorni odierni e l’importanza di portar rispetto per chi ha dato la vita per la nostra.
“e se
non ci fosse tempo
per darle ciò che merita
credi che
se pregassi il cielo con abbastanza forza l’anima di mia madre
tornerebbe da me e mi sarebbe figlia così potrei darle
l’agio che lei ha dato a me
da tutta la vita”
In questo caso voglio lasciarvi un piccolo estratto dell’opera finale di questo raggruppamento:
“[…]
noi saremo anche capaci di dipingere quadri e scrivere storie ma lei ha fatto tutto un mondo da sola
guarda un pò che arte”
Ed eccoci nel penultimo capitolo che porta il titolo “Il crescere” nel quale Rupi torna a parlare d’amore scrivendo della difficoltà nel rimettersi in gioco dopo una relazione finita, della tenacia con cui i ricordi di stupri si radicano nella mente impedendo di accettare e vivere il vero atto fisico di fare l’amore concludendo sottolineando quanto è importante fare sesso in una coppia e cosa significhi veramente amare una persona.
“la persona giusta non t’intralcia
ti apre la strada
per farti andare avanti”
“essere
due gambe
di un solo corpo
-una relazione”
Eccoci infine alla parte conclusiva intitolata “Il fiorire” nella quale Rupi sottolinea quanto sia importante amare il proprio corpo venerandolo anche attraverso l’autoerotismo; conclude -come nel suo primo libro- con opere riguardanti l’importanza di sostenerci l’un l’altra e di lottare per le donne del domani.
“abbassa lo sguardo sul tuo corpo sussurra
<<non c’è casa come te>>
-grazie”
“ci serve più amore non dai maschi
ma da noi stesse
e l’una dall’altra
-medicina”
Mi scuso per esser stata prolissa e magari discorsiva ma credo che un libro così forte andasse spiegato nel miglior modo possibile; ora cerco di concludere il più sinteticamente possibile. Come nel precedente volume, la scrittura di Rupi risulta diretta, franca, chiara e limpida; la presenza di metafore aiuta anche ad alleggerire alcune tematiche forti.
Di sicuro non è un libro facile da leggere e bisogna iniziarlo consci di trovarsi a confronto con argomenti molto delicati e intimi che spesso si tende a “nascondere sotto il tappeto” per paura delle conseguenze anche su noi stessi.
Personalmente credo che anche questo suo tomo sia da leggere almeno una volta nella vita e che ognuna di noi possa trarre forza e sostegno da queste pagine.
Ora tolgo il disturbo 🙂 Un abbraccio