Recensione di “La Bibbia di Kolbrin -L’avvento del distruttore” con intervista a Claudio Colombi, autore del libro
Titolo: La Bibbia di Kolbrin – L’avvento del distruttore
Autore: Claudio Colombi
Ciao ragazzi, mentre scrivo queste righe mi trovo in Grecia in vacanza e ho avuto il piacere di leggere questo libro mentre prendevo il sole in piscina; vi avviso che non è ancora in vendita ma presto lo potrete leggere anche voi.
Colgo l’occasione per ringraziare l’autore che mi ha donato il suo scritto dandomi l’opportunità di leggerlo in anteprima.
Un tentato scippo a una signora anziana di Lerici e un assassinio ad Austin (Texas) come possono essere collegati a una seria di omicidi avvenuti in America?
Ivo -avvocato italiano-, Rebecca -agente dell’FBI- e Mark -investigatore privato- si mettono all’opera per riuscire a scoprire chi si cela dietro “Il Distruttore”, il più efferato e agghiacciante serial killer di tutti gli Stati Uniti e non solo.
Ma riusciranno ad incastrarlo o diventeranno le loro nuove vittime? Lascio a voi scoprirlo.
Devo ammettere che l’autore ha davvero tanta fantasia; non pensavo che mi sarei trovata a leggere un noir così intricato e complesso.
Tanti protagonisti in queste pagine, talmente tanti che ho avuto paura che rischiassero di complicare la storia ma Claudio è stato meticoloso e sorprendentemente abile a definire i personaggi, il loro ruolo e gli intrecci.
Ogni avvenimento viene perfettamente integrato, incorporato e spiegato senza dilungare o annoiare.
L’aspetto predominante in tutta la storia riguarda la psicologia evinta in ogni personaggio sottolineando come il passato ci renda ciò che siamo anche senza che ce ne accorgiamo; tutto questo intrappolando il lettore in una tela complessa dove manca il respiro dalla tensione scaturita dalla smania di scoprire come andrà a finire.
Un altro particolare della storia riguarda l’abilità che Claudio ha avuto nel mostrarci i vari pensieri -con annessi ragionamenti psicologici- facendocela raccontare dai protagonisti stessi; un intreccio di storie, di tensioni, di vissuti e di paure che lasciano la possibilità d’immedesimarsi nel personaggio che sentiamo più affine a noi.
Un libro che meriterebbe un grande editore alle spalle; un autore che dimostra studio, attenzione e riflessione…pochissimi errori -11 per la precisione- e tutti di semplice trascrittura; una rarità che rende nuovamente lode a questo romanzo che spero di trovare presto tra le vostre mani.
A me è talmente piaciuto che ho deciso d’intervistare l’autore; eccovi ora la mia intervista a Claudio Colombi:
Ciao Claudio, intanto grazie per la fiducia nell’avermi donato il tuo libro in uscita.
Non ti voglio svelare le mie considerazioni; lascio che tu le scopra leggendo la recensione che pubblicherò a breve, però volevo porti delle domande.
Inizio da Claudio Colombi, ti va di parlarmi un po’ te?
Ti parlo dei due Claudio, lo scrittore e l’imprenditore. Il mio esordio come scrittore è a 11 anni. Partecipo a un concorso indetto dalla Scuole Media che frequento con una poesia dal titolo “Morte”. Sì proprio Morte. Sono sempre stato un bambino “diverso”. Riflessivo e profondo. A 23 anni scrivo il primo romanzo “Quando qualcuno chiama” che verrà pubblicato l’anno successivo dalla Edizioni Beta di Roma. Il libro piace, ma la casa editrice vale poco. Scrivo in seguito un altro romanzo “BES” che decido di non pubblicare. Trovo solo case editrici a pagamento che non garantiscono la giusta diffusione. Negli anni successivi partecipo solo a concorsi di poesia e racconti. Nel 2013 decido di scrivere “La Bibbia di Kolbrin – L’Avvento del Distruttore”.
Claudio Colombi uomo è un imprenditore da tutta la vita. Non sono mai stato un dipendente. Ho lavorato in vari settori e molto all’estero. Ho viaggiato parecchio: Stati Uniti, Nord Europa, Paesi Arabi, Singapore.
Ora andiamo al sodo😊…Devo essere sincera, c’ho messo un po’ di giorni a leggere il tuo libro; un po’ per colpa delle vacanze e un po’ per il tema trattato in quanto non semplice ne banale.
A tal proposito, com’è nata l’idea di questo libro?
L’idea dal quale nasce il romanzo, per poi evolversi, è la lettera. Una ragazza, poco prima di essere uccisa, scrive una lettera alla nonna dove sono contenuti indizi capaci di ricondurre al suo assassino. Il secondo aspetto è il bene che non trionfa. Sono stanco dei thriller dove alla fine vince sempre il detective di turno. Volevo un assassino capace e scaltro e volevo che alla fine vincesse lui.
“La Bibbia di Kolbrin” non è un noir breve, per quanto tempo ci hai lavorato?
La fase di scrittura è durata poco più di un anno. Nella prima stesura contava 1.085 pagine. Ripulitura, taglio e revisione del testo ha richiesto, in più fasi, un altro anno di lavoro.
Nel tuo libro non ho trovato un protagonista bensì tre: Ivo, Rebecca e Mark -oltre che l’assassino-.
C’è un po’ di te in uno (o più) di loro? Se si, in quale personaggio e cosa rimanda a te?
Quello che si avvicina più a me è Ivo. Sono uno sportivo e pratico il pugilato da anni. Alcuni dei suoi ricordi di gioventù sono miei. C’è poi qualcosa di me in tutti loro, come logico che sia. Rebecca ha la mia tenacia e il carattere duro. Mark ha la mia forza e stazza fisica, oltre all’ironia. Thomas Mack ha la mia capacità logica e razionale.
Nel tuo noir c’è molta descrizione di luoghi, metodologie, anatomia e psicologia.
Quanto hai approfondito tali argomenti per poter rendere perfetto il tuo libro?
La fase di studio è stata metodica e approfondita. Sono un perfezionista e non amo le improvvisazioni. Nulla è stato affidato al caso.
In molti dei luoghi sono stato. Gli altri sono stati verificati con piante stradali e StreetView. Ho approfondito il tema delle autopsie con le relative nozioni di anatomia. Ho trovato un paio di testi interessanti sulla procedura di indagine, e li ho studiati. La psicologia mi appartiene. Ho fatto analisi per oltre dieci anni.
Ti sei recato fisicamente nei luoghi descritti?
Per lavoro sono stato spesso ad Austin in Texas, che è una delle mie città preferite. Lerici si trova a circa dieci chilometri da dove abito.
Hai chiesto informazioni riguardo ad alcune metodologie d’indagine?
No, ho studiato alcuni testi professionali.
Il finale mi ha davvero sbalordita, non me lo aspettavo e mi sono subito posta una domanda: stai scrivendo o scriverai un seguito?
Il seguito è già nella mia testa, potrei iniziare domani. Se “La Bibbia di Kolbrin” sarà apprezzata certamente scriverò il seguito.
Che cosa vorresti arrivasse ai tuoi lettori?
Il mio impegno. Non sono uno scrittore improvvisato. Dietro a “La Bibbia di Kolbrin” c’è studio e lavoro.
Dove potranno reperire il tuo libro?
Solo su Amazon al momento. Dovrebbe essere online alla fine di questo mese.
Infine, “La Bibbia di Kolbrin” è un libro autopubblicato, a mio avviso meriterebbe di avere un editore, come mai questa scelta?
Perché non ho conoscenze con case editrici. Due anni fa lo inviai a un agente letterario (Alessandra Oliva) il romanzo le piacque molto e si adoperò per farlo leggere a varie case editrici, ma senza successo. Mi disse che la mole era un limite che non era riuscita a superare. Avevo deciso di tenerlo in un cassetto. Casualmente ho conosciuto una persona che lo ha letto e ha ritenuto uno spreco tenerlo lì. L’unica strada che potevamo intraprendere era l’auto pubblicazione. Onestamente, se avessi trovato una casa editrice avrei preferito.
Vuoi aggiungere qualcosa?
No, solo grazie a te per il tempo che mi hai dedicato.
Ti ringrazio infinitamente e spero di leggere ancora dei tuoi libri.
Ecco ragazzi, spero di avervi di nuovo incuriositi.
Vi abbraccio forte