Recensione di “Malanotte -Lettera aperta a una cara catastrofe”
- Titolo: Malanotte -Lettera aperta a una cara catastrofe
- Autore: Michele Del Vecchio
- Casa editrice: Bookabook
Eccoci amici, prometto che dopo questa recensione, vi lascio stare stasera 🙂
Oggi sono a casa, Miky e Carlotta sono malati e io ho iniziato a convivere con un acufene e il torcicollo ma non demordo e così mi trovo qui a condividere con voi il mio pensiero riguardo a questa nuova uscita editoriale.
Milo è un adolescente orfano di madre con l’autismo.
Milo è un ragazzo particolare che si trova a dover integrarsi nella nuova scuola dove incontra, o meglio si scontra, con Iris, anch’essa nuova in quel istituto.
Tra i due sembra esserci fin da subito sintonia e lui si scopre presto innamorato ma qualcosa inizia a sfumare quando l’incontra nello studio della sua psicoterapeuta.
Da quel momento è tutto un susseguirsi di avvenimenti strani collegati a dei misteriosi omicidi accaduti proprio dove vivono i due ragazzi.
Riuscirà Milo a trovare il filo conduttore di tutta la storia?
Chi si cela davvero dietro a tutti questi avvenimenti?
Lo so, sono stata vaga, striminzita forse ma non posso ne voglio svelarvi di più.
Sta a voi scoprire cosa si celi dietro a queste pagine ma posso comunque farvi sapere cosa ne penso io.
Non si tratta di una storia d’amore, o almeno non direttamente, bensì di un horror con una vena splatter.
Il primo aspetto che ho notato e che mi ha legata al libro riguarda lo stile utilizzato da Michele; un lessico direi forbito, una scrittura profonda, articolata, mai banale.
Il secondo punto che mi ha intrippata riguarda la poetica e la musica. Dentro a queste pagine si celano canzoni esplicite e poesie implicite; una melodia studiata che denota tanta conoscenza e capacità dell’autore di creare un mondo a sé stante dove immaginare ciò che sta narrando.
Infine, la terza caratteristica è dettata dalle metafore; l’autore le ha inserite sapientemente creando vere e proprie poesie in pochissime parole.
Tutto questo è sinonimo di notevole studio, capacità e tecnica soprattutto se si pensa che l’autore aveva solo diciannove anni quando ha scritto questo testo.
Michele tratta infinite tematiche quali anche l’amore, la psiche, i sogni, gli affetti, i doloro, i deliri, la religione e la filosofia.
Nel suo libro, attraverso una storia complessa, dolorosa e inusuale, l’autore mostra quanto sottile sia il confine tra il bene e il male portandoci a riflettere sul quotidiano della nostra vita, esulando da astrattismi, ma anche solamente concentrandoci sulla base di ogni azione e reazione che viviamo ogni giorno.
L’unica pecca che ho trovato riguarda il finale in quanto mi è parso un pò confuso, come se i vari avvenimenti non fossero stati precisamente divisi ma ciò, a mio umile parere, non indebolisce la trama o il libro stesso.
Ecco amici, vi anticipo che Michele ha accettato di esser intervistato da me quindi a breve pubblicherò l’intervista.
State connessi.
Vi abbraccio
La vostra Ele