Recensione di “Silenzio”
- Titolo: Silenzio
- Autore: Raffaele Palmieri
- Casa editrice: Bookabook
Ciao amici, come state? Se mi avete seguita sui social sapete che sono reduce da una settimana di malattia famigliare che ancora non vuole abbandonare questa dimora.
Avevo iniziato questo libro domenica scorsa mentre andavo a pranzo al “El Licinsì Ca Lenga”, il ristorante di amici, indossando le mie nuove e stupende ballerine Louboutin abbinate alla loro borsa però poi quella serpe dell’influenza mi ha inchiodata al letto in via definitiva non concedendomi una serena lettura.
Ieri ho finalmente ripreso a leggere finendo così questa nuova uscita che la casa editrice Bookabook mi ha donato.
Tommaso è un bambino che vive nella Milano degli anni Settanta dove sta prendendo piede la mafia e l’eroina miete le prime vittime.
In questo frangente Tommaso si innamora della sua compagna di classe con cui condividerà tutta l’adolescenza affrontando la malattia di suo padre e i legami con gli amici.
Tutto cambia in lui quando un dolore lo colpisce nel profondo segnando tutta la sua esistenza fino ai giorni d’oggi dove si ritrova a riflettere sulla società, su chi gli sta intorno e sopratutto su se stesso.
Questo testo mi ha colpita davvero per la tematica affrontata ma soprattutto per la metodologia che l’autore ha scelto di usare per parlarci di temi delicati che ancora oggi fanno parte del quotidiano segnano le vite di molti.
Attraverso Tommaso scopriamo i dolori di un amore che non finisce semplicemente ma che rovina una vita portandola su una delle peggiori strade e tutto per colpa, oltre che della droga, di un uomo.
Su questo aspetto della storia, pensando a questo 2020, mi si sono chiesta quanti siano davvero gli esseri umani indegni di questo appellativo.
Raffaele ci mostra anche i danni della politica, della società, dell’uomo che rovina se stesso e chi gli sta intorno arrivando a usare le mani: la violenza c’era e c’è ancora oggi.
Il nostro passato, il nostro vissuto e il nostro presente stesso sono strettamente concatenati l’uno all’altro e ci plasmano portandoci a fare delle scelte; beh, direte che è una frase ovvia e avete ragione, quindi…perché ve l’ho scritta?
L’ho scritta perché l’autore ci mostra questo.
Ci fa vedere come le scelte e il lasciarci trasportare dagli eventi, ci possa far smarrire, far passare addirittura anni senza una vera meta, un vero scopo, una vera volontà su chi vogliamo essere.
Infine, ma non per ultimo, Raffaele ci parla del padre di Tommaso, di questa figura che fa guida, da mentore e da perno implicito di tutta la storia perché forse è proprio il padre ad essere da protagonista facendoci capire quanto i genitori siano fondamentali per la crescita di un figlio, per dargli gli insegnamenti giusti per stare nella società, per capire come scegliere gli amici, gli amori.
Perché siamo noi genitori ad essere i primi pittori delle menti dei nostri figli e siamo sempre noi a insegnarli come camminare…camminare non solo fisicamente ma anche nel mondo sapendo capire quali silenzi abbracciare e da quali fuggire via.
Silenzio… un romanzo di riflessione!
Buona serata amici!
Vi abbraccio
La vostra Ele