Sorrisi e sostegno: utopia o possibilità?
Ieri mi è arrivato a casa Vanity Fair e stamani ho letto l’intervista a Vanessa Incontrada.
Non voglio soffermarmi sulla copertina, sul mio pensiero riguardo ad essa; ritengo che già molti abbiano disquisito in merito.
Voglio porvi all’attenzione però due sue risposte che personalmente ritengo tanto vere.
La prima riguarda il sostegno o meglio, la mancanza di solidarietà.
Nemmeno questo Covid è riuscito a farci amare il prossimo, o quantomeno farcelo rispettare e forse questo dovrebbe farci pensare.
Il sostegno manca ovunque ma diventa davvero difficile da metabolizzare quando vedi che è un’altra donna a offendere, schernire, bullizzare.
Perché in fondo, secondo il mio umile parere, si tratta di bullismo.
Le ferite, le umiliazioni, i dolori perché non si rispettano i canoni prestabiliti, perché non si veste una 44 o anche una 48, o semplicemente perché una gravidanza, una malattia, un evento o la costituzione fisica hanno caratterizzato il corpo lasciando segni evidenti.
Purtroppo il bullismo parte dai grandi, da noi adulti per primi, ed è davvero infimo e triste che tra donne (ma anche tra uomini) non ci sia sostegno, anzi, NON CI SIA RISPETTO.
Di base si riconduce a quello perché io posso ritenere brutta, grassa, sfatta, una persona ma il mio pensiero, la mia opinione, dovrei tenerla per me e rispettare quel individuo…magari domandandomi se ha bisogno di qualcosa, se le serve parlare o se posso semplicemente porgerle la mano ma questo pensiero utopistico direi che non avrà mai esito positivo.
Ma torniamo a noi…
Il sostegno manca e credo andrà sempre più nel dimenticatoio creando nuovi bulli più cattivi e asettici.
Ma ricordatevi che nessuno è felice dei suoi chili di troppo, delle smagliature, dei brufoli o altro ma può comunque amarsi ed accettarsi. Ci vuole tanta forza, tanto lavoro su se stessi e di sicuro la cattiveria non aiuta.
Infine Vanessa conclude l’intervista con un inno alla risata e anche alle lacrime.
Mi sono fermata a riflettere a riguardo.
Io piango, eccome se piango, e non me ne vergogno.
E fortunatamente rido.
Rido da sola.
Rido con mia figlia.
Rido con mio marito.
Rido con le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene.
Tante volte dimentichiamo quanto una risata, un dialogo sincero e l’autoironia possano risollevare una giornata, l’umore e il cuore.
Ci fermiamo a grovigli di pensieri come volessimo crogiolarsi in essi quando un sorriso potrebbe cambiare davvero tutto.
Ecco amici, parlate pure della copertina (il mio giudizio personale fidatevi che non è quello che credo immaginiate) ma leggete anche quello che c’è scritto dentro.
Entrate nel testo e forse capirete che, come nel corpo, l’apparenza inganna e bisogna andare nel profondo.
Dopo questo mio pensiero e sfogo personale, torno a leggere un nuovo libro e vi auguro una serena giornata.
Un abbraccio
La vostra Ele