Intervista allo scrittore Marco Michele Cazzella
Ciao amici, stasera voglio condividere con voi l’intervista a Marco Michele Cazzella, autore del romanzo Un demonio dal viso angelico edito dalla casa editrice Dragonfly.
Prima di ciò, vi lascio il link della mia recensione riguardo al suo libro:
E ora tuffiamoci nell’intervista!
- Ciao Marco, grazie di aver accettato di esser intervistata.
Molti già ti conoscono per la tua spontaneità, la tua energia, bontà e solarità ma solo tu puoi sapere davvero come sei.
Dici che ho azzeccato? Cos’ho dimenticato? Dai, parlaci di te.
Ciao a te. Prego! È stato un infinito piacere per me! Fattu cu tuttu lu core! Grazie a te per avermi invitato. Diciamo che mi hai descritto perfettamente. Però, se me lo consentissi vorrei aggiungere che sono un mattacchione e mi diverto moltissimo a giocare con le parole. Ho un fortissimo senso dell’humor e dell’autoironia. Di conseguenza di quando in quando mi diverto ad autosfottermi. Inoltre, sono molto impulsivo e agisco senza mai pensare alle conseguenze delle mie azioni anche se dopo col senno di poi mi rendo conto di ciò che ho fatto e ci rimugino. Iperemotivo al massimo e mi emoziono per un non nulla e ho un ego smisurato.
- Questo non è il tuo primo scritto -e spero nemmeno l’ultimo- ma a quale tuo libro sei più legato e/o ti rappresenta?
Sicuramente quello a cui sono più legato è: “Il Guardiano dell’Inferno volume I Plutone: Salvatore, o Distruttore degli Inferi?” perché è stato il primo che ho pubblicato e di conseguenza per me ha un valore affettivo incalcolabile; mentre quello che mi rappresenta di più è “Una romantica storia salentina” perché, a differenza di quest’ultimo è molto più autobiografico.
- Come hai scoperto questa tua passione per la scrittura?
Da un certo punto di “Vista” si può dire che la scrittura sia nata con me. Perché, non potendo mai vedere ciò che mi circondava ho dovuto sviluppare un’immaginazione davvero imponente, la quale cresceva di giorno in giorno e non potendomi tenere tutto dentro per evitar di implodere ho iniziato a scrivere inventando storie prima su carta e penna dato che la vista me lo permetteva e poi quando si è abbassata di parecchio sono passato a pc, casse e sintetizzatore di voce.
- In ogni tuo testo si sente l’amore per la tua terra, un valore sempre più spesso dimenticato; come descriveresti questo legame?
È un po’ difficile parlarne perché io ho vissuto con sempre accanto persone semplici e umili che amavano le loro origini e tradizioni. Pertanto, ho assorbito ciò e col tempo cerco di trasmettere questo prima che si perdono per sempre dei valori fondamentali come l’educazione, il rispetto per il prossimo, l’importanza per la famiglia e per gli amici.
- Com’è nato Un demonio dal viso angelico?
Questo libro è nato a febbraio durante la mia convalescenza in ospedale per via di alcune infezioni. In quel periodo per ingannare l’attesa pensavo e ripensavo a “Una romantica storia salentina” accorgendomi che vi era un personaggio, il quale era stato creato per spiegare un punto fondamentale della storia ma poneva più domande che dare risposte e risolvendo a quei quesiti generati da quel personaggio è nato “Un demonio dal viso angelico”, il quale però a quei tempi era molto diverso da come è venuto scritto poi.
- Io credo che inevitabilmente ci sia sempre un po’ dell’autore nei testi e/o nei personaggi quindi… cosa c’è di te in questo libro?
In questo libro di me c’è moltissimo. Prima cosa su tutto l’amore per la musica; difatti non è un caso se ogni tanto spuntano fuori nel racconto canzoni. Un’altra cosa di me sicuramente la vena ironica del personaggio. Senza dimenticare la passione per alcuni tipi di donne; ovvero con i capelli castani, gli occhi verde smeraldo e formose. Motivo per il quale mangiano sempre più del dovuto. La mia goffaggine che ho trasmesso al protagonista per dirne un’altra e tantissime altre parti di me che non scrivo altrimenti poi questa intervista bisognerebbe tagliarla per via della sua mole però se mi si conosce le si individuano facilmente.
- Nel tuo ultimo romanzo parli di famiglia sottolineando l’importanza dei sentimenti. Cosa ti ha portato a trattare questa tematica?
Ho trattato questa tematica per ricordare com’era forte il legame di famiglia di una volta dato che in un’era in cui persino quando si sta a tavola invece di chiacchierare si pensa a fissare lo schermo del cellulare. Ammetto che quando c’erano la mia nonna materna, o mia madre la televisione doveva star obbligatoriamente accesa però tra un boccone e l’altro si riusciva sempre a dialogare. Ricordo che si intavolavano dibattiti durante la pubblicità che non riuscivamo mai a interrompere quando riprendeva il programma, il quale erano spesso telenovela argentine, o colombiane. Per questo, ho voluto “Mostrare” a chi mi onorerà scegliendomi e leggendomi un meraviglioso clima domestico con l’auspicio che ciò riporti verso quei tempi.
- Cosa pensi delle famiglie di oggi?
Forse ho già risposto a questa domanda e se dovessi ribadirmi ti chiederei scusa. Ma penso che siano disgregate e che siano fredde.
- Parli anche del perdono, del redimersi; ritieni che oggi serva far trasparire questa possibilità?
Secondo me sì. Perché, non è mai troppo tardi per perdonare qualcuno.
- Quando inizi a scrivere un romanzo hai già tutta la storia in mente?
No, quando inizio a scrivere un romanzo ho solamente in testa uno schema di partenza con un filo logico narrativo da seguire e svariati bozzetti preimpostati. Ma tutto quello che viene poi è pura improvvisazione. Quindi prima di scrivere una scena neanche io so di doverla scrivere.
- Ora la domanda di rito che pongo a tutti gli autori che intervisto: se dovessi scegliere tre libri da consigliare (anche esulando dalla poesia), quali consiglieresti?
Di sicuro consiglierei la duologia “L’anello di Beatrice” di Chiara Cipolla perché è stato grazie a quel libro se oggi stiamo parlando di romance e non di testi fantasy. Poi, ovviamente “Uno sparo dritto al cuore” di Manila Albanese il mio preferito tra quelli che ha scritti e che mi ha portato verso i romantic-suspance e infine la trilogia vampiresca di Scarlett scritta di Chiara Casalini.
- C’è qualcos’altro che vuoi condividere con i lettori?
Di ascoltare sempre il proprio cuore anche quelle volte in cui li guiderà verso gli sbagli perché, il cuore nonostante tutto ha sempre ragione. E di non dar mai per scontati le persone che gli sono stati vicini e che hanno voluto loro bene perché, poi si accorgeranno quanto erano importanti per loro solamente quando non ci saranno più. E infine di credere sempre ai propri sogni perché, c’è sempre la possibilità che si realizzino anche quando sembrano destinati a diventare delle utopie e appaiono come delle chimere lontane e irraggiungibili.
Grazie mille Marco Michele.
Prego! Grazie a te per avermi voluto intervistare. Un bacione, un abbraccione e alla prossima beggiazza.
Ecco amici miei, ed ora tocca a voi tuffarvi nel suo ultimo libro e, perché no, anche negli altri.
Un abbraccio
La vostra Ele