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Recensione “Il calore del prezzemolo”

Buonasera amici miei, anche oggi mi sono dedicata alla lettura di un libro che Maria Perillo mi ha affidato e ho deciso di leggere proprio questo per via del titolo che mi ha incuriosita.

Ero sdraiata nel mio lettone in preda ai dolori femminili mentre mia figlia giocava dolcemente al mio fianco canticchiando le sue dolcissime canzoni e non potevo trovare compagnia migliore.

Mario, l’ultimo di quattro figli di una tipica famiglia pugliese degli anni Cinquanta, decide di proseguire gli studi universitaria a Bologna per poter staccarsi da quella famiglia pressante e da quella terra a cui non si sente d’appartenere. E’ proprio a Bologna che incontra Ornella, se ne innamora e la sposa ma la vita della donna si scopre esser una fandonia che incasinerà la vita del giovane protagonista.

Mariella Di Bisceglie narra questa storia come poche narrazioni sanno fare.

Tramite la voce di un fratello del protagonista, scopriamo le peculiarità di quel tempo, di ogni personaggio e delle difficoltà di quegli anni.

Ciò che mi ha colpita tanto è come l’intera storia potesse benissimo narrare un episodio della vita di oggi e non di settant’anni fa.

Di sicuro il “telefono centrale” sarebbe sostituito dal cellulare, ma tutto il resto non apparirebbe anomalo nemmeno ai giorni d’oggi.

D’immensa importanza è la vita di Ornella, vittima di abusi e violenze, che è alla perenne ricerca di qualcosa di stabile, fisso, puro.

Le vicissitudini della protagonista sono un esempio delle conseguenze che accompagnano molte vittime di abusi.

Di certo le bugie che ella narra a Mario non sono ammirevoli ma perfettamente inerenti al contesto di una vittima perché viene naturale non fidarsi di nessuno e aver paura di un giudizio aspro e cattivo.

Mariella di Bisceglie parla anche dei legami famigliari che spesso si tende a mostrare come idilliaci ma che in verità nascondono gelosie, risentimenti, obblighi e paure.

Le gelosie della sorella maggiore che sembra predominare più della madre; l’inflessibilità delle regole che condizionano la vita e portano ad odiare coloro che non si fanno omologare ad esse.

Davvero importante, anche se si rischia di non tenerne conto, è il ruolo della madre di Mario.

Madre che pensa davvero alla felicità dei figli, una donna che li sostiene e li ascolta.

Infine, ma non per importanza, l’amore.

L’amore che in fondo è il filo conduttore di tutto il libro.

L’amore per sé stessi che porta a voler scoprire il mondo, la propria identità e volontà.

L’amore per la famiglia che ti porta ad aver paura di deluderli.

L’amore di un fratello che ti ascolta, ti sostiene e aiuta.
L’amore di una madre che non cessa mai.

L’amore per una donna, tanto forte da mettere il suo bene prima del proprio anche difendendola dopo aver subito un torto da lei.

L’amore talmente forte d’accettare i difetti, il passato, i dolori, gli errori e saper ricominciare insieme.

Una storia che profuma e dimostra come tutto sia imprevedibile e quanto la vita sia legata indissolubilmente dai sentimenti.

Ed ora vi lascio andare a cena.

Non fatevi sfuggire Il calore del prezzemolo (clicca qui per acquistarlo).

Un abbraccio a tutti voi, all’autrice e alla mia cara Maria Perillo.

La vostra Ele

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