Intervista al poeta Vinicio Salvatore Di Crescenzo, autore di “Triticum”
Ciao amici, come state oggi?
Pochi giorni fa ho condiviso con voi la mia recensione sulla nuova raccolta poetica di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, “Triticum”, edito da PAV Edizioni.
https://www.eleniastefani.com/2021/02/05/recensione-di-triticum/
Oggi ho il piacere di lasciar parlare l’autore attraverso la mia intervista.
Ciao Vinicio, grazie per esser qui con tutti noi. Sei un pittore, un musicista, uno scrittore ma chi è Vinicio?
Direi un grande curioso che cerca risposte per ogni fenomeno che incontra sulla sua propria strada. Ho molteplici passioni che coltivo da sempre, quasi tutte collegate all’arte in generale ma non solo. Le mie curiosità travalicano quelle che sono le discipline solo artistiche andando a “toccare” qualunque fatto possa destare in me curiosità e interesse. La pittura per esempio mi ha sempre entusiasmato. Questa capacità di dare voce a una tela attraverso le immagini da parte del pittore è sicuramente analoga a quella dello scrittore nel momento in cui usa le parole per lo stesso fine. “La pittura è una poesia muta e la poesia è una pittura cieca”. In questa frase di Leonardo c’è tutta la totale e saggia sintesi del concetto espresso. Poi c’è la musica che scorre fragorosa dentro le mie vene. Non si tratta di un amore nato e cresciuto in un determinato periodo della mia vita, e neppure esiste un genere che sovrasti l’altro. È sicuramente un elemento che ha rivestito e che assume tuttora un’importanza fondamentale: non solo nel saper manipolare sapientemente le sorti del mio umore, ma soprattutto per come riesce a stimolare la mia produzione artistica in generale.
- Cosa ti ha portato a esprimerti attraverso la poesia?
Un’estrema voglia di impreziosire ogni mia osservazione verso il mondo e la natura, utilizzando il sentimento umano, unico vero motore d’espressione. Possiamo essere circondati da meraviglie fuggevoli e improvvise, oppure avvolti nel dolore o nell’euforia di un’improvvisa gioia. Emarginati dalle nostre ambizioni o al centro di un successo raggiunto. Qualunque situazione possa capitarci, piacevole o malinconica, crea potenzialmente uno stato d’animo unico, intenso. Ed è proprio questo fenomeno emotivo, spontaneo e naturale, che crea l’ispirazione alla scrittura e alla poesia.
- Nel tempo, com’è cambiato il tuo rapporto con la poesia?
È stato amore a prima vista. Un amore che non è mai scemato, anzi, è cresciuto in maniera esponenziale durante gli anni. Come ogni elemento esistente nella vita, tutto incrementa l’esperienza, e con essa, l’evoluzione naturale verso la trasformazione che prende il sopravvento. Quando si ama la propria arte si cerca sempre di renderla migliore. Di darle una connotazione di maggior livello. La poesia non fa eccezione. Durante gli anni avvengono delle trasformazioni sia prospettiche sia di contenuto nel trattarla, e questo è successo anche nella mia poesia. Oggi, per quel che mi riguarda, esiste una vera e propria ricerca della parola, della musicalità nella sua collocazione e del contenuto. Il tutto finalizzato alla migliore espressione del concetto che si vuole raccontare, ma senza stravolgere la nobile forma di cui da sempre si veste.
- In “Triticum” utilizzi la “vita” del grano come punto di riferimento, come cardine della tua raccolta. Come mai questa scelta? Com’è nata?
Sappiamo bene quanto il grano sia espressione di ricchezza, simbolo di prosperità e benessere all’interno della comunità mondiale. Partendo da questo presupposto ho voluto rappresentare come questo sommo bene che deriva dalla terra, possa creare un giusto connubio con la vita di ogni essere umano, preziosa e ricca come il grano. Inoltre, la pacata armonia che regna nei campi, quando la maturazione colora d’oro ogni spiga, sposa con delicato garbo la grazia della poesia che nel suo ventre raggiunge la giusta misura espressiva.
- Ho amato questi versi della tua poesia “La calla nel fiume”:
“[…] il fiume trasparente racconta la sua vita
fatta di vite, […]”
Secondo te, quante vite ci sono in ognuno di noi? E in te?
Ufficialmente abbiamo una sola vita ed è quella che ci accoglie. Naturalmente non siamo molto diversi dal fiume trasparente che scorre cullando le sue creature cresciute sul fondo del suo letto. Ognuno porta nel cuore ciò che sente più vicino, ciò che ama e dalla quale non è in grado di separarsi. E queste, non sono altro che vite nella vita.
- Le tue poesie sono ricche di metafore e similitudini (mare, fiori, alberi, fiumi, etc). Come nascono nel tuo cuore?
Lentamente, come lentamente si muovono i pensieri che le riempiranno. Spesso basta poco per emozionarsi, per provare sensazioni che solo quando stimolate si rendono pungenti, e la magia della natura ci aiuta molto in questo. I continui messaggi che ci invia vogliono essere letti, decodificati e descritti. Ed è proprio questo rapporto che ho con lei che mi affascina. Un rapporto che senza un’anima sensibile non avrebbe identità.
- Le tue poesie vengono dal cuore, dall’anima, dal sentimento puro che ti porta a metterti a nudo. Come si concilia quest’intimità con il condividerle con i lettori?
Come spesso ho avuto modo di specificare, il poeta è soltanto colui che cattura le essenze contenute nelle cose del mondo. Le osserva, ne riflette la sostanza nella propria mente e le descrive così, come l’ha assorbite, impregnandole di genuina fantasia. Fatto ciò, il prodotto finale diventa universale, di proprietà comune. E solo quando arriva a essere fruito si può gioire per aver creato un collegamento col lettore fortemente intimo e personale.
- Stai lavorando a qualche altra raccolta? Se sì, vuoi parlarcene?
Chi come me ama seguire liberamente i propri istinti creativi non può e non riuscirà a fermarsi facilmente. Sono sempre in attività e scrivo continuamente. I progetti in cantiere sono molti, alcuni già a buon punto, e parlo della mia settima raccolta poetica che sto ultimando proprio in questi giorni, altri in corso d’opera. Amo raccontare la vita nella sua totalità senza tralasciare nulla che non abbia provocato vibrazione dentro l’anima. Soprattutto amo raccontare la nostra terra, il nostro bellissimo paese e le nostre tradizioni, che nonostante le continue innovazioni, non vogliono morire.
- Come vedi la poesia tra qualche anno? Pensi abbia ancora quell’immenso valore che ha avuto nel passato e che ancora oggi cerchiamo di far conoscere?
Difficile dirlo, e comunque il mio auspicio è quello che continui a dimostrare la sua forza nello stimolare le anime in cerca di emozioni vere. Sicuramente la poesia è una di quelle espressioni artistiche che nel corso dei secoli è mutata più volte, vuoi per le varie correnti di pensiero che si sono succedute tra i letterati, vuoi per il contesto storico temporale che ne hanno influenzato i contenuti. Tuttavia, è sempre tornata al suo antico splendore. Libera o sottoposta a metrica, composta con lessico antico o contemporanea, non si è mai privata di quel carisma e di quel fascino che la sa rendere un’opera d’arte senza tempo.
- Oltre che le tue stupende poesie, quali poeti contemporanei consiglieresti di leggere?
Ti ringrazio molto per questo tuo gradito apprezzamento. Direi che ci sono in giro degli ottimi “narratori” di emozioni. La rete aiuta non poco a divulgare l’arte in generale e proprio grazie al web, esiste la possibilità di scoprire nuove proposte e nuovi contenuti estremamente interessanti. Quando leggo autori del nostro tempo scopro passione, voglia di sorprendere e tanta volontà di fare bene. Forse, l’unica cosa che manca è un briciolo di umiltà e la consapevolezza che c’è sempre qualcosa da imparare, e non solo dai grandi maestri.
- E se dovessi scegliere tre libri da consigliare (anche esulando dalla poesia), quali consiglieresti?
Chi ama leggere si appassiona a qualsiasi genere. Personalmente amo i romanzi storici e soprattutto i racconti, perché ritengo sia affascinante iniziare e finire la lettura di una storia in un solo colpo. Naturalmente non può mancare la poesia quando però voglio concedermi il sublime. Per rispondere alla tua domanda, direi che la lettura è molto soggettiva nei vari generi e proponendo dei libri, rischierei di dare voce ad opere che invece non trovano la giusta connotazione nell’ambito delle preferenze generali. L’unica cosa che posso consigliare è leggere molto, perché la lettura ci aiuta a percepire la vita, a rendere nitide le sfumature dell’anima e a saper decifrare l’infinità di elementi che il mondo contiene.
- C’è qualcos’altro che vuoi condividere con i lettori?
Si grazie, un mio pensiero che auspico possa indurre più lettori a farsi trasportare dalla poesia. Credo che la vera forza di questa antica forma espressiva sia proprio la volontà, da parte dell’autore, di condividere emozioni utilizzando le parole. Il linguaggio della poesia, a volte malinconico a volte più gioviale, implica l’immedesimarsi nel poeta per scoprirne effetti e luci, immagini e concetti. E proprio dopo aver portato a termine questo lavoro che ci si accorge dell’universalità dei temi che la poesia tratta. I sentimenti umani, così come la natura, appartengono a ognuno e sono vissuti da chiunque.
Grazie mille Vinicio
Un abbraccio
Allora amici miei, ora tocca a voi, cosa ne pensate della poesia?
Un abbraccione
La vostra Ele
2 commenti
Elena Angela Irimescu
La poesia…e vivere è rivivere,ogni tanto come è la realtà,ogni tanto come vuoi che sia,magari anche come lo e stata.
La poesia e l’anima che canta.
Io adoro e tento scrivere,ma tantissimo leggo le poesie e non soltanto. Mi piacerebbe se i nostri ragazzi,la generazione futura,leggessero e amassero la poesia e prosa,i libri,perché solo lì troveranno la storia,passata e presente e solo così imparano curare i propri sentimenti e i sentimenti altrui.
Rispetto!
Elenia
Verissimo, hai perfettamente ragione.
I giovani d’oggi la stanno dimenticando ma sta ai genitori e alla scuola trasmettere la bellezza di quest’arte.