Recensione di “Mu”
- Titolo: Mu
- Autore: Nunzio Di Sarno
- Casa editrice: Oèdipus
Buonasera amici miei,
ieri sera ho terminato la lettura di una raccolta di poesie che mi ha sorpresa davvero molto… iniziamo dal titolo.
“Mu” è un Koan che rappresenta gli opposti e la frattura che può permetterci di crescere, di elevarci, di migliorarci e devo dire che questo titolo rispecchia ciò che poi ho trovato nel libro.
“Mu” è diviso in quattro capitoli che cercherò di descrivervi di seguito.
Nel primo, con la poesia Manifesto, l’autore inizia praticamente rispondendo a una domanda a cui ogni scrittore ha dovuto rispondere e questo da al lettore subito l’idea di chi sia Nunzio Di Sarno.
Man mano che leggevo capivo quanto il poeta esponesse come molti abbiano perennemente la paura di perdere le certezze che ci fanno “stare bene” e anche quella di non conoscere, di non sapere veramente cosa ci accade o cosa avviene in noi e intorno a noi.
Si mette anche a nudo narrando ricordi che portano alla fusione tra mancanza e desiderio; un’espressione; una descrizione che riguarda ognuno di noi.
Ho amato “Poesia” perché descrive la sua quotidianità con un’apparente amarezza, frustrazione, rabbia che poi si svela per ciò che credo voglia trasmettere: l’importanza di gioire della propria vita, di ciò che caratterizza le nostre giornate e di coloro che ne fanno parte.
Nunzio evidenzia anche come sia importante gioire di ciò che ci circonda notando anche avvenimenti, aspetti, azioni che hanno un connotato positivo ma che spesso non vediamo.
Ma la poesia più profonda che mi ha colpita è “Del perché gioire della neve”, nella quale spiega come tutto cambia se guardiamo da un’altra prospettiva smettendo di fermarci alla canonicità di ciò che accade, ma elevandoci e accettando quello che non possiamo controllare o modificare, evolvendo e trovando aspetti positivi.
Il capitolo due è composto da un unico poema diviso in tre lunghe parti dove l’autore è totalmente sincero e utilizza uno stile differente rispetto alle poesie della sezione precedente.
Si tratta di tre poesie lunghe e molto riflessive con lo scopo di far capire al lettore l’importanza di essere noi stessi, di accettarci per come siamo e di fare ciò anche con il mondo che ci circonda accettando gli errori della società e anche personali.
Nel terzo capitolo cambia totalmente creando poesie composte da versi brevi e concisi che vogliono delineare l’importanza di fermarsi, di tagliare fuori il mondo per analizzarci capendo e attuandoci poi verso una nascita (o rinascita) dove proliferano gioia ed emotività.
Nel capitolo finale, il quarto, arriviamo praticamente alla fine del percorso e qui leggiamo versi brevissimi, sintetici, chiari ma molto metaforici.
Sembrano quasi un’incitazione: “Guardati, apriti, mostrati per come sei, accettati e VIVI.”
Nunzio Di Sarno parla di scelte necessarie per noi stessi, di rispetto che dobbiamo portare a noi stessi senza nasconderci.
In molte liriche, l’autore esprime senza identificare ma lascia al lettore delle “briciole” tra un verso e l’altro in modo che, alla conclusione della poesia, ognuno arrivi alla sua riflessione e a ciò che Nunzio voleva trasmettere.
Nunzio, sia nelle opere lunghe che in quelle concise, riesce ad esprimere le sue riflessioni utilizzando un linguaggio moderno, giovanile, schietto, audace e provocatorio.
Mentre lo leggevo mi è apparsa una definizione forse strana riguardo all’autore; lo definirei un punk espressionista.
La sua poetica è filosofica, riflessiva, introspettiva e di sicuro si adatta bene a un lettore con la mente aperta, libera e curiosa.
Ho amato anche la fusione tra italiano e inglese che lui ha creato in alcune poesie unendo i due linguaggi; ancor più moderno è l’aver inserito nella raccolta poesie totalmente in inglese. Personalmente io l’ho adorato perché esprime modernità e libertà.
Se devo pensare a un sunto di ciò che mi è rimasto delle sue poesie, anzi, di ciò che mi hanno trasmesso, direi VITA.
La vita che è composta da corpo, mente ed emozioni; una fusione indissolubile e che spesso cercano di scardinare o di minimizzare.
L’autore, soprattutto utilizzando le sue esperienze di vita, credo voglia far arrivare proprio questo:
VIVERE ACCETTANDO OGNI PARTE DI NOI (errori, gioie, amori, delusioni, paure, etc) e RIMANENDO FEDELI A NOI STESSI.
Ed ora vi mando un abbraccio
Alla prossima recensione
La vostra Ele