Recensione di “Della stessa sostanza dei padri”
- Titolo: Della stessa sostanza dei padri
- Autore: Davide Rocco Colacrai
- Casa editrice: Le Mezzelane
Buongiorno amici miei, anche oggi tocca alla poesia; per la precisione, oggi vi parlo della nuova silloge poetica di Davide Rocco Colacrai.
A settembre avevo avuto il piacere di recensire “Asintoti e altre storie in grammi” e avevo anche intervistato l’autore; a distanza di pochi mesi eccoci qui di nuovo con una sua opera.
“Della stessa sostanza dei padri” è una raccolta di poesie dedicata principalmente alle figure maschili; l’autore dedica o si ispira a uomini del suo passato, uomini conosciuti a livello internazionale, scrittori, vittimi d’ ingiustizie, omofobia, dolori della storia mondiale e leggende.
Nelle sue poesie, l’autore tocca argomenti come la droga, il razzismo, i dolori emotivi e fisici (depressione, isolamento, …) la morte, i legami di sangue e d’amicizia.
Di questa raccolta ho amato molto anche come tragga spunto, emozione e riflessione anche dai libri e dai testi musicali tanto da citarne estratti che si fondono con le sue poesie.
Da questi testi si evince l’amore che Davide Rocco Colacrai ha verso il padre e la sensibilità verso le ingiustizie e i dolori che sono state perpetuate nella storia ma anche quelle emotive e intime che riguardano i singoli uomini di cui a cui lui ha voluto dar giustizia o, quantomeno, voce.
Credo che questo nuovo libro raggruppi, in un certo senso, poesie che hanno lo scopo di portare alla luce delle ingiustizie: principalmente sociali, fisiche e politiche.
Da uomo, s’inserisce nel libro parlando anche di sé stesso mettendo anche a nudo una parte per lui mancante.
Questa silloge poetica è tutta caratterizzata da poesie lunghe, molte sono tristi, ricche di figure retoriche e di sentimento portando il lettore a una riflessione.
Si tratta di opere che vanno lette lentamente, assimilate e ponderate nell’animo perché è inevitabile trovarsi di fronte a delle emozioni e a dei pensieri che possono anche esser differenti dai nostri quindi bisogna rifletterci.
Non sono poesie “dilettevoli” (non me ne voglia l’autore) ma, ritengo, volutamente dirette al lettore come per destarlo, per fargli percepire cosa lo circonda e cosa potrebbe migliorare dopo aver affrontato ciò che viene delicatamente descritto nelle liriche di Davide Rocco Colacrai.
Ad ogni lettore può scaturire emozioni e idee differenti ma, di sicuro, queste poesie rimangono nella mente di chi decide di perdersi nei versi.
Alla prossima recensione, la vostra Ele