Recensione di “Inno alla morte”
- Titolo: Inno alla morte
- A cura di: Bruno Mohorovich
- Casa editrice: Bertonieditore
Buongiorno amici miei, come molti di voi sanno, pochi giorni fa mi è arrivata la copia cartacea di “Inno alla morte”, la seconda raccolta poetica della trilogia che sta editando la casa editrice Bertonieditore.
“Inno alla morte”, curato da Bruno Mohorovich, precede “Inno all’Infinito”, che uscirà a fine giugno.
Questa raccolta che racchiude circa 140 poeti, è una dedica alla poetica ungarettiana, alla poesia di questo autore che io tanto amo e che rievocava costantemente questo aspetto della vita che spesso temiamo.
Tra queste poesie è stata selezionata anche una mia nella quale io interpreto la morte non come cessione della vita ma come mortalità della società e sono davvero felice che sia stato scelto questo mio scritto; ma oggi sono qui per parlarvi della totalità della raccolta poetica.
“Inno alla morte” inizia con un’introduzione di Bruno Mohorovich e devo ammettere che è ancora migliore di quella della precedente raccolta; non perché sia scritta meglio ma, credo, per via del fatto che la trovo molto affine al mio pensiero e davvero bene strutturata.
Iniziando a immergersi nella lettura di queste poesie, ci si anima e quieta contemporaneamente.
Ogni poesia, inserita in ordine alfabetico in base al cognome dell’autore, è differente sotto ogni aspetto nonostante la tematica comune.
In alcune poesie sale il nodo in gola, la lacrima, l’associazione a qualche caro perso o di cui si ha questo timore; in altre, invece, nasce una quiete di accettazione, riflessione e ponderazione.
Ci sono poesie che mi hanno colpita maggiormente per stile, immagini, sensazioni e ricordi; altre mi hanno lasciato il dolore di una perdita ma tutte, nessuna esclusa, mi ha delusa.
Ritengo che ogni poeta inserito meriti un elogio e penso che Ungaretti avrebbe proprio gradito questo omaggio.
Alla prossima recensione, la vostra Ele