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Recensione di “La donna sbagliata”

Buonasera cari lettori, ho da poco terminato questo nuovo romanzo che mi ha rapito nel week end.

Ùrsula è una donna che si trova ad affrontare un rapimento nel quale è stata scambiata per la sua omonima e deve riuscire a procurare i soldi per poter liberare il suo presunto marito. Ma perché non si reca alla polizia a spifferare tutto? Cosa c’è dietro a questo rapimento?

Boom. Cavolo. Ma che succede?

Giuro, cari lettori, non mi aspettavo di trovarmi davanti a questo finale ne di esser catapultata nella storia con tanta voracità.

In queste pagine ci troviamo davanti a una psicologia fine quanto precisa che viene tessuta di pagina in pagina portando all’evidenza di quanto sia labile la mente umana e spesso malata.

La distorsione della realtà diventa qualcosa di sapientemente descritto in ogni riga e le azioni e i pensieri della protagonista vengono perfettamente delineati e narrati in una forma talmente realistica da non creare alcun dubbio ne differenza dalla vita reale.

In questo libro l’autrice, attraverso anche il cibo, espone di come gli abusi, le violenze, i vissuti delle persone influenzino e dominino per tutta la vita le vittime portandole anche a forme di malattia mentale e a disturbi fisici.

Fin dall’inizio si delinea un personaggio che però si può scoprire nella sua totalità solo verso il finale di questo libro che rimane un po’ “aperto” lasciando delle domande come se ci potesse essere un seguito o dando libertà ad ogni lettore d’interpretare liberamente l’epilogo.

Un altro aspetto che ne scaturisce è il filo invisibile che lega le persone sia perché “il mondo è piccolo”, sia perché nulla è come sembra ma soprattutto perché non siamo soli ne gli unici a cui possono accadere delle situazioni che influenzino nettamente la nostra vita portandoci sulla “cattiva strada” sotto vari aspetti o vie.

Quando arrivi al termine di questo romanzo ti rimane l’amaro in bocca, la confusione perché non ti aspettavi ciò che è accaduto e vorresti scoprire di più, analizzare maggiormente, riscattare la versione che ti sei dato immedesimandoti.

La donna sbagliata” è un titolo perfettamente azzeccato perché ogni aspetto trattato in queste poco meno di 200 pagine si riassume in queste tre parole dato che la protagonista risulta sempre esser errata, inadatta, inopportuna e, non da meno, si evidenzia come la nostra mente possa influenzare tutto quanto mostrandoci proprio come inadatti quando magari non sarebbe così.

Mentre scrivo queste righe mi viene in mente che questo romanzo possa esser letto in tre modalità differenti:

-come lettura “semplice”;

-come analisi psicologica delle conseguenze degli abusi e delle distorsioni di noi stessi;

-come thriller che ti lascia a bocca aperta nel finale.

Ecco cari lettori, non saprei che altro scrivere per farvi immaginare quanto l’autrice sia stata impeccabile in questo libro preciso, non scontato, con una punta di umorismo ed acidità.

Alla prossima recensione, la vostra Ele