Recensione di “Bugiardo Occidente”
- Titolo: Bugiardo occidente
- Autore: Leba Arbër
- Casa editrice: Castelvecchi editore
Eccoci qui cari lettori in questa domenica che ci avvicina alla primavera.
Oggi, pochi minuti fa, ho terminato il secondo libro affidatomi da Repubblica per il Torneo Robinson e mi trovo qui a scriverne con dubbi riguardanti le parole che voglio condividere; ma andiamo di passo in passo.
Ho iniziato questo libro senza sapere chi fosse l’autore ne quanti anni avesse o altre informazioni.
Mi sono tuffata alla cieca e mi sono addentrata in questo testo che porta a pensare a un’autobiografia ma anche a un’analisi quasi socio-psicologica e, infine, a vari racconti concatenati che potrebbero anche esser sfrutto di fantasia come di esperienze vissute da altri e condensate come se fossero di un unico soggetto.
Ci troviamo a scoprire un ragazzo che intraprende gli studi di medicina trovandosi davanti a dubbi e difficoltà che lo porteranno a praticare un Erasmus all’estero dove si confronterà con mondi, persone, pensieri e avvenimenti differenti da quelli che si aspettava; ma cosa ne uscirà?
Fin dalle prime righe appare una scrittura molto aulica in moltissimi punti; lessico colto, linguaggio forbito, quasi altezzoso da un punto di vista.
D’opposto c’è la sincerità quasi viscerale caratterizzata da narrazione sincera, vera, diretta e spudorata.
Questi opposti si fondono delineando molto la personalità dell’autore, a mio modesto avviso, e creano le descrizioni necessarie per capire quello che secondo me è il nocciolo del libro, il messaggio che deve arrivare al lettore.
I giovani di oggi così apparentemente spavaldi, goliardici, saccenti e anche egoisti in verità celano fragilità e paure che faticano a vedere e accettare.
Caratteristiche che poi si palesano maggiormente cambiando territorio, uscendo dai confini fisici e mentali, osservando ciò che esce dal nostro selciato, dal nostro conosciuto.
Entrando in vie soprattutto introspettive e mettendo a nudo aspetti che spesso fanno paura o si cerca di nascondere.
In questo testo trovo la verità su una grande parte della società moderna, della fragilità di molti giovani e, di pari passo, l’importanza di trovare la propria strada, di capire cosa “fa” per noi e chi siamo.
Credo sia un mettersi allo specchio, un confronto intimo e talmente forte che destabilizza.
Attraverso questo libro credo che possiamo scoprire molto dell’autore ma anche di infinite persone; il tutto con una scrittura che destabilizza per i suoi contrasti e per le sue peculiarità dimostrando anche molta conoscenza e un vocabolario eccellente.
Non credo, obiettivamente, si tratti di un testo per tutti e questo è di sicuro un pregio.
Alla prossima recensione, la vostra Ele