Recensione di “Dove sei, mondo bello”
- Titolo: Dove sei, mondo bello
- Autrice: Sally Rooney
- Casa editrice: Einaudi
Cari lettori, mentre scrivo queste righe sono in aereo in attesa che decolli per riportarmi in Italia e, nell’attesa, ho terminato questo libro.
Quattro protagonisti, quattro vite diverse, due giovani donne e due giovani uomini i cui vissuti s’intrecciano e si fondono.
Due amiche per la pelle che si trovano a vivere distanti e a comunicare solamente via mail affrontando in piena solitudine le loro debolezze, paure, ansie e crisi.
Due uomini che non si conoscono ma che hanno in comune le due protagoniste e s’intrecciano.
Uno con la solitudine dentro e la ricerca spasmodica di compagnia attraverso Tinder e l’altro, credente e innamorato, che non riesce ad aprirsi con la donna amata.
Quando ho iniziato la lettura di questo romanzo mi domandavo cos’avrei portato a casa, cosa mi sarebbe rimasto dentro. Ero dubbiosa visto il particolare stile di scrittura, la modernità trattata, la scelta espositiva dell’autrice.
Mi addentravo in queste pagine e rivedevo pezzetti della mia insicurezza, della mia vita e della vita di moltissimi giovani di oggi.
Senza fronzoli, senza dubbi o “finezze” l’autrice ha scardinato preconcetti, stigmatismi, bigottismi e “salami sugli occhi”… cerco di spiegarmi meglio.
Viviamo nel mondo dell’apparenza, dell’opulento, del dialogo superficiale, dell’assenteismo, dell’ egocentrismo e della solitudine celata.
Fingiamo spesso che tutto vada alla grande, crediamo che mostrarci per come siamo significhI apparire deboli, nascondiamo anche a noi stessi i sentimenti o semplicemente pensiamo che ciò che è giusto per noi sia uguale per tutti gli altri stabilendo che la nostra interpretazione sia l’unica possibile. In questo modo, sentenziamo ma soprattutto rischiamo di precluderci delle opportunità, delle relazioni e rischiamo di rovinare i rapporti con i nostri legami stretti.
L’autrice descrive la vita di molti giorni senza dimenticare la sessualità che, come in ogni esistenza, è parte integrante e fondamentale sia nell’autoerotismo quanto nei rapporti tra persone.
Il romanzo si estende lungo la linea dell’amore e dell’amicizia delineando l’importanza di entrambe e descrivendo (con una scioltezza e un realismo immensi) tutta la fusione di oggi tra solitudine, silenzio, sensazione d’abbandono, d’ingiustizia, di mancanza d’affetto.
Vi si enuncia un senso quasi totalitario di unilateralità che si estende in ogni dettaglio della vita di queste due protagoniste che non riescono a mettersi nei panni delle persone con cui interagiscono e che, di conseguenza, non comprendono azioni o pensieri.
L’amore… sempre differente. Quel sentimento che ognuno vive a modo proprio e che esprime come ritiene opportuno. Forse una delle emozioni più indescrivibili che esistano e che fanno parte della vita di ognuno. Ecco, quel sentimento così forte pervade il libro descrivendo come non abbia genere o regola bensì come esso venga espresso e vissuto in modi sempre differenti… ne spiega bene il senso Felix nel libro.
E l’amicizia, sostanzialmente la famiglia che scegliamo, viene delineata e fa da cardine di pagina in pagina evidenziandone il valore, l’importanza e la forza.
E poi, il finale… sbalordisce e, d’opposto, me lo auguravo o lo sentivo. Esprime l’importanza del dialogo, del confronto, della sincerità e del rispetto.
Racchiude come la vita possa cambiare, portarci su strade che non pensavamo fatte per noi o che semplicemente non contemplavamo.
Non da meno -dato che nel testo si affrontano argomenti come politica, dissenso sociale, problemi mondiali e così via- l’espressione che la vita andrà avanti nonostante tutto e che ci saranno future generazione (che noi lo vogliamo o meno) e che non possiamo fare altro che vivere perché una è la vita e meritiamo d’affrontarla con le persone noi care e con il sentimento più importante e grande verso noi stessi: la felicità.
Alla prossima recensione, la vostra E.