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Recensione di “Navi nel deserto”

Buongiorno cari lettori, come sempre la lettura non si ferma ed io mi trovo a scoprire sempre nuove avventure; questa volta ho voluto uscire dalla mia “confort zone” letteraria e mettermi in gioco con un genere che spesso trovo ostico al mio animo.

Se c’era un detto autentico in bocca a quello sputasentenze di Schomberg, era “la mia strada la segnano i fuochi nella notte”.

In un deserto punteggiato di piccole oasi, di rocche fortificate alte su speroni di pietra, tra piste di terra battuta per navi a ruote e città abbandonate che emergono dalle sabbie come relitti, giocano a scacchi con il destino e la morte un giovane capitano inesperto, un traditore, un naufrago, un uomo ossessionato dal desiderio di vendetta, una ragazza inquieta e la sua nutrice.

Naviganti, Pirati, Isolane e Cittadini dividono una terra aspra, inospitale, e se la contendono intrecciando odio, pregiudizi, incomprensioni.
Attorno a loro, da ogni parte, si innalzano lenti nel cielo i sette pilastri della distruzione.
I grandi romanzi e i personaggi di Joseph Conrad, affondati, sbriciolati e dispersi in un mare solido, tornano a incontrarsi e scontrarsi lungo le piste di una storia tutta nuova.

Come avete capito, si tratta di genere che difficilmente troverete tra i miei consigli e, proprio per questo, se ve ne sto parlando ora è perché questa nuova uscita letteraria vale davvero molto.

“Navi nel deserto” si suddivide in Interludi, ognuno di essi con capitoli ben delineati al suo interno, così da creare un percorso preciso, studiato ma non noioso o freddo.

Ci si addentra in dieci sezioni fino all’epilogo che, ovviamente, lascio a voi scoprire cosa sveli.

Il romanzo ti porta fin da subito a creare un’immagine mentale dei luoghi descritti portando a galoppare la fantasia che, sinceramente, si basa anche su ciò che ognuno di noi ha visto nei film o letto in altri libri; dunque, c’è sempre una parte di soggettività.

Ma ogni luogo ed ogni azione vengono descritte in modo tale che tutto ciò che è importante per la storia sia ben chiaro e impresso nel lettore.

Un altro aspetto che l’autore riesce ad evidenziare è quello degli stati d’animo e delle sensazioni che riguardano i personaggi; una capacità che rende ancora più coinvolgente la lettura.

In parallelo, trovando nel sottotesto (almeno, in base alla mia modesta analisi) dei messaggi -o riferimenti- a tematiche che riguardano anche la vita reale, si è incuriositi a proseguire di pagina in pagina.

Ciò che mi è piaciuto tanto, oltre a quanto descritto nelle mie righe precedenti, è l’attenzione ai dettagli narrativi che l’autore ha avuto nello scrivere questo romanzo. Un lettore attento non può non notare le particolarità di descrizione e che completano perfettamente il romanzo e che, man mano che ci dirigiamo verso le fine della lettura, prendono sempre più senso.

C’è tanta bravura e conoscenza in queste pagine. Una capacità narrativa elevata e una trama non banale o grezza.

Forse, sono proprio queste peculiarità che mi hanno fatto amare tanto questo romanzo e che mi porta a consigliarvelo vivamente.

Dunque… vi aspetto al prossimo libro!

La vostra Ele

Ps… Chi è l’autore?

Luigi Weber è nato a Rimini nel 1972 e insegna Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Bologna, dove vive. Dapprima giornalista e poi membro dell’organizzazione del Festival Internazionale di Santarcangelo dei Teatri, per nove edizioni, dal 2000 lavora presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica di Bologna. Come studioso si è occupato soprattutto di poesia e romanzo sperimentale nel Novecento, ma anche di Manzoni, di storia, di letteratura di viaggio. Navi nel deserto è il suo primo romanzo.