Recensione di “Attraverso il cristallo”
- Titolo: Attraverso il cristallo
- Autrice: Maria Lidia Petrulli
- Casa editrice: Scatole parlanti
Buongiorno cari lettori, oggi esce il nuovo libro di Maria Lidia Petrulli, una scrittrice che ho avuto l’onore di poter conoscere in passato e di cui ho letto molti dei suoi scritti.
Questa volta, con più di un mese d’anticipo sulla data d’uscita, ho potuto addentrarmi tra le pagine del suo romanzo e fremevo dalla voglia di parlarvene.
Lucille deve seguire il giovane Yann in un percorso psicologico che lo porti a trovare la sua serenità, il tutto mentre entrambi tengono nascosti a loro stessi dei dolori, delle questioni irrisolte, delle verità che potrebbero cambiare la vita di entrambi.
Tutto accade in poche settimane, lungo la costa francese, a ridosso del mare.
Si tratta di una fase cruciale per entrambi, di giorni in cui accadono delle svolte e si trovano a confrontarsi ognuno con il proprio passato.
Tanti dolori, sensi di colpa e insicurezze sul futuro; ma cos’accadrà ai due protagonisti?
Siamo tutti frutto del nostro passato e siamo legati alle persone con cui abbiamo vissuto i sentimenti più sinceri e forti; relazioni emotive, intime e famigliari.
Spesso si pensa che ogni famiglia sia idilliaca, felice; si tende a nascondere i problemi, a non voler vedere che purtroppo non tutti siamo fortunati e cresciamo con amore e rispetto.
Spesso ci sono famiglie dove regna l’abbandono emotivo, la violenza fisica e psicologica.
Situazioni che segnano e dove l’esser se stessi diventa impossibile e porta a colpevolizzarsi, a nascondersi, a voler morire.
Esistono anche dei sensi di colpa così pesanti, così grandi, che segnano al punto di volersi isolare, di chiudersi in un bozzolo come in eterno letargo perché non ci si sente degni di esser amati, di esser felici.
Si scappa da quei luoghi che riportano a galla dolori, vissuti che ci spezzano e fanno sentire fallaci.
Ognuno di noi ha dentro un passato e spesso sono proprio il dolore e il senso di colpa a segnare molte delle nostre scelte, del nostro voler vivere.
Credo che tutta la nostra vita sia fatta di scelte implicite ed esplicite; di decisioni che ricadono e riguardano solo noi stessi, come quelle dei due protagonisti.
La vita è una la cosa più bella che c’è, ma non sempre riusciamo ad affrontare ciò che comporta; l’accettazione di esser noi stessi e l’analisi che ci sono delle situazioni, delle decisioni altrui, che non dipendono da noi, che non devono ricadere sulla nostra psiche e sul nostro cuore.
Ciò che l’autrice narra in questo testo è più di un messaggio; tratta, con abilità, cultura e scioltezza, molti argomenti.
Il primo che ho evidenziato è forse il più “banale” ma che spesso si dimentica: anche i dottori, gli psicologi, i terapisti hanno i loro fardelli, i loro problemi e le loro fragilità. Non ne sono immuni. Da qui il significato (e il dovere) di non dar mai per scontato che a loro vada tutto bene e che debbano semplicemente ascoltare i pazienti e stop.
Il secondo messaggio riguarda la famiglia; dimentichiamo quanto essa ci influenzi e come caratterizzi il nostro futuro. Se riceviamo amore ed accettazione, probabilmente saremo più sereni, felici, sicuri di noi e delle nostre capacità. Davanti a violenze, annullamenti, ferite, possiamo arrivare anche a voler morire, a sabotare noi stessi e la nostra felicità. Un eterno limbo alla ricerca di se stessi e di una serenità che spesso non si troverà mai.
Altro punto cardine del libro, a mio parere, riguarda quei sensi di colpa che ci portiamo dentro riguardo ai nostri legami affettivi che non siamo riusciti a gestire, aiutare.
Spesso ci convinciamo di avere colpe che non ci riguardano e ci addossiamo responsabilità non nostre arrivando a precluderci delle opportunità, delle emozioni.
Infine, la vita (che poi è il fulcro di tutto). Una sola vita. Un solo percorso composto da varie strade, da molteplici opzioni, da scelte.
In ogni vita ci sono esperienze, legami, amori, dolori e gioie.
Di principio ci dovrebbe esser l’amore per noi stessi, l’esser pienamente noi, inseguire ciò che ci fa star bene e contornarci di persone che veramente tengano a noi.
Rischiare anche! Mettersi in gioco nei sentimenti e capire chi vogliamo esser e con chi vogliamo condividere delle emozioni.
Probabilmente pensate che abbia scritto delle frasi banali (io sono la prima a ritenere siano delle ovvietà), però spesso ci dimentichiamo quanto sia fondamentale e importante vivere davvero.
Crediamo di poter “rimandare”, di avere altre priorità, di aver tempo, di non riuscire a gestire alcune situazioni. Ognuno di noi, invece, merita di esser felice, sereno, amato, libero.
Tutto si basa sul come guardiamo ciò che ci accade, sul valore che gli diamo e dalla prospettiva.
E’ come quando si guarda un panorama… da un lato possiamo vedere un luogo magnifico, dall’altro, magari, un angolo buio. La prospettiva e il punto su cui ci soffermiamo faranno sempre la differenza.
Maria Lidia Petrulli riesce sempre a catturarmi fin dalla prima pagina e, di libro in libro, trasuda di psicologia, d’analisi, di cultura e di emotività.
Ho amato i suoi personaggi e la trama perché, anche trattando argomenti difficili e sofferenti, l’autrice riesce a farne arrivare i messaggi migliori, i buoni propositi, il significato più grande.
Maria Lidia Petrulli ha una scrittura magnetica e un’abilità letteraria davvero immensa.
Questo suo nuovo romanzo è l’ennesimo esempio della sua bravura e del suo cuore.
Da oggi potete leggere anche voi “Attraverso il cristallo” … non fatevelo sfuggire.
A presto, la vostra Ele