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Recensione di “Nessuno”

Buongiorno cari lettori, eccomi qui con una nuova recensione tutta per voi.

Un giovane schivo e di straordinario talento, Bortolo Pelamatti, viene premiato durante una manifestazione pittorica indetta a Breno e prescelto come apprendista dal famoso architetto Brichetti. La morte prematura dei genitori lo designa poi come erede di una cospicua e misteriosa fortuna, ma c’è un ostacolo imprevisto: Bortolo Pelamatti non è mai stato iscritto all’anagrafe né è mai stato battezzato. Per lo Stato e per la Chiesa, non è nessuno. A svelare il mistero celato dietro questa vicenda del tutto paradossale è, suo malgrado, il buon don Arlocchi. Ancora una volta – nonostante.

Quando mi soffermo a pensare alla psicologia presente nei romanzi, mi domando se siano “fedeli” a ciò che si vivrebbe se fossero avvenimenti reali.

Anche durante questa lettura mi sono posta la canonica domanda e ho provato ad immedesimarmi nei vari personaggi che troviamo lungo le pagine di questo libro.

Prima nel giovane Bortolo, poi nell’architetto e così via.

Nel soffermarmi a questo aspetto ho riscontrato una coerenza davvero fine ed elegante verso un’ipotetica realtà e, anche con ironia e provocazione, tutto ben si poteva traslare in un concreto avvenimento reale.

Sembra strano, ma spesso si scoprono verità celate per una vita intera e, questo libro, oltre a deliziare di pagina in pagina, sembra quasi portare giustizia a coloro che spesso vivono vite “non proprie”, non “totalizzanti”.

Attraverso dialoghi e narrazione, con una scrittura colta e raffinata, trattando anche diversità, società, confronto e sostegno, Ernesto Masina porta il lettore a leggere questo libro con profondità e curiosità.

Si tratta di trovare le radici, la propria casa, i legami spontanei e chi siamo.

Domanda sulla quale forse ci soffermiamo poco sotto molti aspetti.

Alla prossima recensione, la vostra Ele