Fondazione Ugo Da Como: cultura e storia si fondono con immenso valore nel territorio
Cari lettori, eccomi qui a scrivervi di una nuova esperienza costruttiva che ho vissuto ieri scoprendo e riscoprendo una realtà storica, culturale e importante sita nel nostro territorio, precisamente nel paese di Lonato del Garda.
Inizio lasciandovi dei cenni storici precisi che, per chi non ha ancora visitato questo luogo magico, potranno darvi un’idea della bellezza e del valore di questi gioielli che ieri ho avuto l’onore di visitare e scoprire accompagnata da Stefano Lusardi, curatore della Fondazione Ugo da Como.
La Rocca visconteo veneta è il simbolo della città: visibile da ovunque, si impone per la sua mole che ne definisce il possente impianto architettonico ed è una delle più estese fortificazioni della Lombardia (lodata per la sua imponenza e posizione strategica anche da Napoleone Bonaparte). Dalle sue mura si gode una vista ineguagliabile sul Basso Garda. Nella Casa del Capitano si trova la sala immersiva, al piano rialzato, il Museo Civico Ornitologico.
La Rocca sovrasta il colle detto “della Rova” e con la quattrocentesca Casa del Podestà definisce il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como, istituita nel 1942 dal Senatore bresciano che ne era proprietario e volle crearvi un ameno luogo di cultura. Ugo Da Como (1869-1941) elesse a propria dimora la Casa del Podestà, restaurata dall’architetto bresciano Antonio Tagliaferri, collocandovi le sue straordinarie collezioni disposte secondo un gusto comune del periodo giolittiano.
La Fondazione ha sede nella Casa del Podestà, oggi Casa Museo fra le più affascinanti della penisola, rimasta inalterata con le sue ricchissime collezioni di arte e i suoi antichi arredi, importante testimonianza del gusto altoborghese per l’abitazione fra ‘800 e ‘900. Si visitano oltre venti ambienti ricchi di migliaia di preziosi oggetti antichi: dipinti, sculture, arredi lignei, maioliche, vetri, bronzi, peltri. Sono di Girolamo Romanino, il più originale pittore della Scuola Bresciana del Cinquecento, i tre monumentali strappi da affresco raffiguranti Capitani di ventura che campeggiano sulle pareti della Galleria d’entrata.
Ma ciò che rende assolutamente unica la visita alla Fondazione Ugo Da Como è la presenza di una delle biblioteche private più importanti in Italia. Il Senatore bresciano, oltre alla costante passione per la vita pubblica italiana e per le sorti dello Stato fu un instancabile collezionista, un colto e raffinato bibliofilo. La dimora di Lonato custodisce oltre 52.000 libri: manoscritti, codici miniati, centinaia di incunaboli, migliaia di cinquecentine, rarità bibliografiche e preziose curiosità come degli autografi di Ugo Foscolo.
Il grande Parco della Rocca – che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani – è uno straordinario esempio di bosco ceduo con olivi, vigne e specie spontanee e scenografici pendii erbosi.
Rocca e Casa del Podestà sono Monumento nazionale dal 1912.
In un certo senso, la descrizione che ho inserito sopra e che ho avuto gentilmente dalla fondazione, è super esaustiva e descrive brevemente cosa sia e cosa si trova in questi luoghi; ma non è così.
Varcare il cancello, e poi il portone, della Casa del Podestà significa entrare letteralmente dentro uno spaccato della storia nazionale e, nel particolare, del nostro territorio e della politica e cultura dei nostri ultimi cento anni.
Sapere come questo luogo fosse prima la casa del Podestà, poi una zona militare, successivamente la residenza delle famiglie povere del dopoguerra e, infine, fondazione e museo di grande pregio ne identifica il valore e il ruolo fulcro che ha avuto e continua ad avere nel tessuto sociale e culturale bresciano.
Le sale della casa, come da volere di Ugo Da Como, sono rimaste fedeli a quand’egli ci viveva e, nella loro stupenda eleganza e conservazione, diventano rappresentanza degli stili di vita e degli usi di un tempo e, da memorie di vita private si estendono a divenire luoghi ed oggetti simbolo di un’epoca.
Mentre passeggiavo e ammiravo estasiata le varie sale, i quadri, gli arredi, i dipinti, le fotografie e tanto altro, mi ritrovavo ad ascoltare il curatore sempre più affamata di informazioni tant’è che mi ero ripromessa di scattare un sacco di foto ma ero talmente presa dai singoli arredi, dai dettagli, dalla raffinatezza e dalla bellezza di questo palazzo, che ho ritenuto mostrarvi “poco” affinché possiate ammirare con i vostri occhi dal vivo tutta l’immensità di queste stanze e dei singoli arredi. Che si trattasse di sculture, oggetti, sedute o altro, ero davvero incantata di fronte alla conservazione, alla precisione e alla bellezza che ogni stanza mi donava.
Vi spoilero una cosa che, per un’amante dei libri è quasi l’apoteosi: ci sono libri ovunque… anche dove non pensereste; e che libri magnifici.
Ed è questo uno dei grandi doni che Ugo Da Como ha fatto a tutti noi: la biblioteca.
Sono rimasta a bocca aperta ancor prima d’entrare. Sulla soglia di quel luogo sacro ero già incantata dalla vista di ciò che si trovava al suo interno.
Non semplicemente libri. Ma lascio a voi scoprirlo.
Per non parlare del giardino esterno che dona una quiete immensa e rilassa già solamente ammirando le piante presenti e dove io immagino abbia passeggiato parlando con Zanardelli o si sia seduto a leggere qualche testo.
Non da meno, attraverso l’esposizione sita nell’ingresso della casa e nella biblioteca stessa, è l’esposizione che narra la storia di alcuni monumenti bresciani fulcro della nostra storia e del vissuto: il monumento al Tartaglia e ad Arnaldo.
Anche su questi due emblemi cittadini potrei dilungarmi e narrarvi cos’ho avuto l’onore di scoprire ma ritengo che ognuno di noi possa scoprirlo dal vivo recandosi a Lonato e che si faccia una visione personale ed emotiva ammirando libri, bozzetti e altro inerenti a questi due punti cardine cittadini (e ne potrete scoprire anche degli altri).
E dopo aver visitato questo gioiello storico (deliziandomi di una compagnia così sapiente e disponibile), ho ripercorso il viale che conduce alla Rocca di Lonato e lì ho ripasseggiato dentro le mura che anche un anno fa mi hanno deliziata durante una visita.
Camminare in questo luogo dona pace, rilassa e, contemporaneamente, ti fa pensare a un tempo passato, ti porta a immaginare cosa possa esser accaduto tra queste mura e ti invoglia a visitare e ammirare tutto il muro di cinta e le stanze interne alla rocca. Luoghi dove trovare delle mostre fisse e temporanee sulla fotografia.
L’anno scorso avevo condiviso con voi tramite i social le informazioni e delle immagini della mostra che era in corso e, grazie a Stefano Lusardi, ieri ho potuto ammirare quella in corso fino al 6 gennaio 2025:
L’Italia dell’Ottocento nelle fotografie della Collezione Sandretto Re Rebaudengo
Vi sono esposti molti esemplari dei più celebri fotografi del tempo: Charles Marville a Torino; Adolphe Godard e Celestino Degoix a Genova; Hippolyte Deroche, Francesco Heiland e Luigi Sacchi a Milano; Moritz Lotze a Verona; Fortunato Antonio Perini, Domenico Bresolin, Carlo Naya, Carlo Ponti a Venezia; Leopoldo Alinari e Alphonse Bernoud a Firenze; Robert Macpherson, Giacomo Caneva, Gioacchino Altobelli a Roma; Giorgio Sommer, Robert Rive, Giuseppe Incorpora attivi tra Napoli e la Sicilia e molti altri ancora.
È il momento di “tirare le fila” e, come sempre, sapete che io vado di pancia, ad emotività e vi affermo con certezza che la visita di ieri è stata una delle esperienze più arricchenti e costruttive che abbia fatto quest’anno. Mi ha permesso di scoprire un luogo ricco di storia, cultura, fascino, raffinatezza e cultura.
Ho terminato la visita con un bagaglio personale molto più ampio e un senso di piacere e incanto per questi luoghi che mi hanno tolto la parola tanto ero piacevolmente basita e folgorata.
Tutto questo potete viverlo anche voi… basta andare sul sito dove potete trovare tutte le informazioni per le visite e gli eventi e laboratori che organizzano.
Quindi, cari miei lettori, non avete scusanti e, chissà, magari ci troviamo a passeggiare insieme in questo luogo magico.
A presto, la vostra Ele