Quando le favole diventano progetti di bene
I casi della vita a volte ti portano a incontrare persone a me affini o, semplicemente, a scoprire realtà umane che danno calore e cercano di diffondere emozioni e, nel contempo, sostenendo progetti di beneficenza al fine di sostenere bambini con disabilità.
“Le Favole di Barbara” è una di queste stupende situazioni.
Barbara Dall’Osso è una donna con gli occhi gentili, lo spirito artistico e l’empatia che si estende in chi la circonda.
L’ho conosciuta per caso, attraverso amici e l’amore per il vino.
Così, con un calice di vino in mano, mi ha accennato alle sue favole e, la volta successiva, me le ha regalate correlate di molti articoli usciti sulle testate giornalistiche e dove si parlava del suo progetto.
Estrapolo direttamente dal sito dell’Istituto Besta ciò che lei cerca di fare:
“Le favole di Barbara”, scritte dalla zia di un piccolo paziente del Besta, arrivano nel Reparto di Neuropsichiatria Infantile per far divertire, per far sognare e riflettere i piccoli pazienti ricoverati. Una decina di libri di fiabe sono stati infatti donati all’Istituto da Barbara Dall’Osso, una zia che si è riscoperta scrittrice di libri per bambini dopo la diagnosi dolorosa della malattia del piccolo Andrea, figlio di suo fratello Gianluca.
“Nella vita a volte succedono degli eventi gravi che ci fanno inizialmente disperare, perché quando si tratta di malattie di bambini una ragione non la si trova – spiega Barbara Dall’Osso -. Così, insieme a mio fratello Gianluca abbiamo pensato di fare qualcosa di concreto per i bimbi speciali, come mio nipote Andrea. Il progetto è cresciuto pian piano e nel tempo abbiamo costituito anche un’associazione, “Gli amici di Andrea” a Bologna”.
Il progetto delle ‘favole a fin di bene’ comprende storie rivolte ai bimbi dai 3 agli 8 anni e fanno parte della collana “Gli animali del prato”. Ogni favola tratta un tema centrale: Gigo il lombrico “il coraggio”, Spocchia la ranocchia “l’amicizia”, Gedeone il calabrone “aver fiducia nei propri sogni”, Lalla la farfalla “la bellezza della vita anche nei momenti difficili”, Flaca la lumaca ”l’elogio della lentezza, Mica la formica “l’aiuto reciproco”, Scialpa la talpa “non giudicare senza conoscere”.
“Crediamo che in questo momento storico sia fondamentale insegnare ai bimbi, che devono affrontare questi grandi e complicati cambiamenti, che cos’è il coraggio, una dote che abbiamo dentro di noi, come ci ricorda la morale della favola di Gico il Lombrico”, dice Barbara, che in passato è stata curatrice del museo di Giorgio Morandi a Bologna, e che mai, prima, si era cimentata nella scrittura: il primo personaggio è stato Gico il Lombrico, illustrato dal pittore bresciano Giampaolo Belotti, che ha condiviso l’iniziativa illustrando tutte le fiabe. Poi è nata la pagina Facebook “Le favole di Barbara”, tramite la quale sono state raccolte le offerte per realizzare piccoli progetti concreti per i bimbi con difficoltà motorie.
Io, tra le mani, ho “Scialpa la talpa”, “Budino il porcospino” e “Ucciola la lucciola” e le trovo tre favole davvero carinissime e delicate. Adatte a ogni bimbo.
A breve, domenica 1 dicembre 2024, alle ore 16.00, presso l’Osteria Quattro Rose di Rovato (Bs), ci sarà la presentazione della nuova favola:
“Glauco il Bruco”
dove ci sarà anche una lettura animata per grandi e piccini.
Che dire? A me piacciono queste realtà che toccano anima e cuore e sono certa che anche voi le adoriate.
Dunque… non fatevi sfuggire l’opportunità di conoscere delle nuove favole e contribuire al sostegno di quest’associazione: “Gli amici di Andrea – Bologna”.
A presto, la vostra Ele