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Recensione di “Storia di una brava ragazza”

Buongiorno cari lettori, eccomi qui con una nuova recensione.

Arianna Farinelli è una politologa: ha insegnato alla City University di New York, viene da un quartiere popolare. Negli anni del liceo si vergognava di abitare «allo sprofondo», ma grazie al lavoro da barista della madre ha fatto un dottorato negli Stati Uniti. Eccellere nello studio era un modo per essere vista al di là del suo corpo, che i maschi tentavano continuamente di predare, maldestri e ingordi come si è nell’adolescenza, soprattutto in un Paese sessista, in cui fino al 1996 lo stupro è stato reato contro la morale anziché contro la persona. Che cos’è un corpo femminile, che cos’è una donna? Farinelli si interroga e ci interroga, mettendo a nudo la sua storia personale e quella delle donne della sua vita: la nonna, la madre, le amiche di sempre. Facendo appello alle scrittrici che hanno segnato la sua strada, da Annie Ernaux a bell hooks, da Virginia Woolf a Susan Sontag, porta il loro sguardo fino alla periferia romana, per esplorarne le dinamiche primordiali e restituirle con irresistibile ironia. E ci racconta una tormentata emancipazione, senza negare le contraddizioni che toccano ciascuna di noi: l’aver introiettato, malgrado la fatica fatta per combatterlo, tutto il patriarcato possibile.

«Puoi davvero scappare da un destino quando quel destino è scritto sul tuo corpo di donna?»

Divorato.

Ho letteralmente divorato questo libro. Mi ha catturata, calamitata, avvinghiata alle pagine.

Da donna che cerca di cambiare anche solo un tassello di questa società per amore egoistico personale e per dare una briciola di futuro migliore a mia figlia, questo libro mi ha coinvolta e ispirata immensamente.

Arianna Farinelli narra alcuni aspetti della sua vita, quegli avvenimenti che toccano e riguardano direttamente l’esser donna in un mondo fatto di dominio maschile e violenza.

Sono entrata in punta di piedi nella sua vita e, man mano che procedevo la lettura, mi scoprivo sempre più vicina a lei, al suo vissuto, al vissuto di molte altre donne perché, come spesso dico, ciò che è accaduto (o accade) a me, succede anche a molte altre persone che poi tacciono, che hanno paura, che si sentono colpevoli e tanto altro.

Purtroppo, nulla è isolato e raro.

Leggere questo libro porta a riflettere ulteriormente sulla condizione della donna, sui valori della società, sull’ignoranza e sul maschilismo e patriarcato dilagante che ancora oggi ha cambiato leggermente l’immagine pubblica ma non la sostanza.

Non ci insegnano ad amarci, a rispettarci, a darci il giusto valore e, chi lo fa, è etichettato subito in malo modo (per esser delicati).

Storia di una brava ragazza”, se non lo avete già fatto, serve ad aprire gli occhi e a capire come gli anni passino ma la triste e schifosa sostanza rimane quasi immutata… purtroppo.

Dunque… adulti, ragazzi, uomini, donne, aprite le pagine di questo libro, leggete e riflettete su ciò che viene narrato, fragilità comprese e, forse, riusciremo piano piano a cambiare questa società inzuppata di violenza sulle donne, di mancanze di rispetto e di silenzi.

Alla prossima recensione, la vostra Ele

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