Recensione di “Cronache di un Mesotes – La guerra del portatore”
- Titolo: “Cronache di un Mesotes – La guerra del portatore”
- Autore: Alberto Grandi
- Casa editrice: Bookabook
Ciao amici, è un po’ che non vi parlo di libri perché si tratta di un periodo davvero impegnato e particolare ma oggi ho terminato un fantasy che mi ha davvero stupita e non vedevo l’ora di condividere con voi le mie opinioni.
Come sapete, questo è un genere che non mi è affine ma l’autore, quando me l’ha proposto, ha nominato la filosofia e io non riesco a non sentirmi attratta da essa quindi ho deciso di addentrarmi nel suo libro.
Proprio perché non si tratta di un genere che tratto spesso, per non rischiare di sbagliare, la trama che troverete di seguito non è mia ma è quella ufficiale:
Il Portatore, colui che crea la vita e distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, sta guidando l’avanzata di un esercito di creature oscure che minaccia gli equilibri dell’intero universo. Fortunatamente, però, alcune specie aliene hanno deciso di stipulare un’alleanza per fronteggiarlo e quattro Umani sono stati scelti per unirsi alle loro schiere di soldati: tra questi c’è Leon, un ragazzo appassionato di arti marziali e filosofia, con un passato misterioso alle spalle e un futuro ancor più incerto all’orizzonte. Basteranno il suo coraggio e la misteriosa spada Azrael per permettergli di sopravvivere a pianeti sconosciuti, missioni diplomatiche e combattimenti all’ultimo sangue?
Dentro a queste 270 pagine, ho trovato davvero la filosofia, non solo una corrente di pensiero ma molteplici e questo mi ha davvero affascinata e direi intrigata. Sono una persona di ampie vedute (anche se tremendamente emotiva) e amo lo scontro mentale che l’autore è riuscito a creare in queste pagine.
Ho trovato gli insegnamenti dei filosofi che adoro e anche i loro opposti; mi sono confrontata con pensieri distanti dal mio personale e credo anche di esser cresciuta e aver ingrandito il mio bacino di sapere.
Indubbiamente, in queste pagine trovano spazio le arti marziali che sono ben descritte tanto da creare un’immagine mentale e ciò significa che l’autore ama questa pratica “fisica” (non me ne voglia per la definizione) e che ha studiato molto per renderla completa nel testo senza annoiare o sembrare “schematica”.
Un ulteriore aspetto che mi è piaciuto riguarda le emozioni, sia del protagonista Leon che di molti altri personaggi secondare, che vengono sviscerate lungo i capitoli mostrando la fusione dei sentimenti con la ragione e con le motivazioni che ci portano a compiere determinate azioni.
Fondamentale, e spesso evidenziato nel libro, il valore della paura.
Questo stato d’animo che condiziona la vita e che impedisce, spesso, di compiere delle decisioni e delle azioni che potrebbero cambiare la nostra vita stessa e anche quella di chi ci sta intorno.
L’autore, riguardo a questo aspetto, sottolinea l’importanza di affrontarla e di analizzare ogni nostro stato emotivo cercando sempre di non fermarci alla prima reazione che scaturisce in noi.
In parallelo, attraverso questo romanzo fantasy, vengono affrontare tematiche quali della guerra, del bene comune, della solidarietà, dell’unione, del sostegno e del rispetto, il tutto fuso con l’amicizia e amalgamato dal fatto che non esistono differente, se non fisiche, mentre le emozioni, il cuore e il valore delle persone, ci rendono tutti uguali.
Nel momento di “tirare le somme” mi sono resa conto che questo testo, scivolando via tanto facilmente da avvinghiarti alle pagine e voler capire come finirà questa guerra e come evolverà Leon, insegna davvero tantissimo sia dal punto di vista mentale che da quello concreto della vita nella società.
Una scrittura davvero piacevole, ricca di dettagli e descrizioni minuziose, una capacità dell’autore davvero sublime.
Un finale aperto che mi porta a voler leggere il seguito (che presto, ne sono sicura, finirà in libreria CLICCA QUI PER SCOPRIRE COME) sperando anche che scoppi l’amore.
Alla prossima recensione, la vostra Ele