Recensione di “Arma Infero – Il mastro di Forgia”
- Titolo: Arma Infero – Il mastro di Forgia
- Autore: Fabio Carta
Buongiorno amici, anche oggi vi diletto con un’altra recensione di un romanzo fantasy.
A narrare questa storia c’è Karan, un vecchio e malato che racconta la sua vita nel pianeta Muareb, ormai cenere di conflitti. Nel narrare la sua vita, scopriamo dell’amicizia con Lakon, inizialmente condottiero che poi divenne uno spietato boia fondamentale in guerra. Figura quasi mitologica, controversa, particolare e centrale che sancisce la guerra e la distruzione di tutto.
Ammetto che inizialmente ho tentennato tanto da leggerlo piano piano, con calma e cercando di entrare nella storia; non so se sia dovuto al fatto che spesso i fantasy si discostano dalle mie letture predilette ma non mi sono arresa (e ho fatto bene) arrivando poi a integrarmi con il racconto.
Fin dall’inizio, la storia parte da un futuro lontano con toni angosciante, tetri, lugrubi che innescano un senso d’angoscia che persiste lungo tutta la lettura e credo che questo sia uno degli obiettivi dell’autore.
La narrazione è davvero precisa, delineata, direi elaborata e complessa dove fanno da padroni il misticismo e i colpi di scena che, con una mente schematica come la mia, appaiono fuorvianti e distanti ma, in verità, rendono perfettamente immaginabile la storia narrata perché non vi sono lacune che possano intaccare la trama.
Credo che scrivere un buon fantasy sia davvero difficile perché ci vuole una fantasia estrema che non lasci sfuggire nemmeno una briciola di dettagli altrimenti la trama diventerebbe frammentata e insensata; ecco, direi che l’autore è stato impeccabile perché, nella mente del lettore, si creano le immagini dettagliate di luoghi e avvenimenti senza che nulla rimanga celato da una nebbiolina d’incertezza letteraria.
Ciò che forse può risultare ostico ai lettori più giovani o inesperti, è lo stile utilizzato dall’autore; una scelta definirei d’élite.
Termini precisi, rari ormai, uno stile elegante e solenne, un libro che sembra quasi scritto anni e anni fa quasi fosse un poema; questa scelta credo sia stata dettata sia dalla cultura dell’autore sia da quella fitta rete di situazioni che richiamano il mondo medievale come le figure dei cavalieri.
Da romantica quale sono, ci tengo a precisare che questo fantasy tratta anche amore, tradimento e intrigo arrivando quindi a una trama a tutto tondo che amplia anche il bacino di possibili lettori e questa sua capacità di toccare vari ambiti senza annoiare o creare un groviglio, è davvero ammirevole.
Insomma, cari miei lettori, si tratta di qualcosa che forse non avrei mai letto se non grazie all’autore che mi ha contattata ma ritengo che ne sia valsa la pena perché è difficile trovare storie, a prescindere dal genere letterario, che riescano ad essere così complete e dettagliate senza risultare confusionarie.
Alla prossima recensione, la vostra Ele