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Recensione di “Black Money”

Ciao cari amici lettori, dopo il mio consueto allenamento mattutino, ho terminato questo nuovo romanzo di Paolo Roversi.

Durante il primo lockdown mi ero tuffata nel suo precedente libro “Psychokiller” che mi aveva letteralmente ammaliata e catturata.

Black Money” ha fatto molto di più.

Anche qui troviamo Gaia Virgili, la profiler protagonista del precedente libro, che si trova alle prese con un rapimento che poi muta in qualcosa di molto più grande portandola a viaggiare per tutta l’Europa arrivando anche in America. Cosa ci sarà dietro al rapimento di un’antropologa?

Superbo.

Direi che non potrei semplicemente definire “Black Money” con questa parola.

Paolo Roversi ha una capacità immensa di catturare il lettore e portarlo a divorare i suoi testi con voracità, meticolosa attenzione e smania di capire cos’accadrà e come finirà tutto quanto.

La trama è perfettamente descritta, narrata con un’abilità eccelsa e, di capitolo in capitolo, prosegui la lettura trovando piano piano le domande alle domande che ti poni e scoprendo dettagli e analisi che “erano sfuggiti”.

Queste pagine sono ricche di psicologia, vita sociale, aspetti giuridici, immaginari comuni, paure ed emozioni.

L’autore descrive ciò che avviene delineando sia gli aspetti lavorativi dei personaggi sia quelli emozionali creando una fusione che rende tutto ancora più realistico.

Leggere “Black Money” significa scoprire l’evoluzione di Gaia Virgili, scoprire lati psicologici di molti individui, fantasticare nel mondo del thriller e leggere l’ennesima conferma della bravura di Paolo Roversi.

Giustizia, potere, malavita, paura, competenza, psicologia… tutto questo e molto altro.

Una lettura che fa impazzire.

Ps: tenetevi per ultime le note dell’autore, mi raccomando.

Alla prossima recensione, la vostra Ele