Recensione “Come passeri sui cavi”
- Titolo: Come passeri sui cavi
- Autori: Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi
- Casa editrice: Start
Buongiorno cari lettori, eccoci qui con un libro di cui vi avevo fatto la segnalazione pochi giorni fa.
“Come passeri sui cavi” lascia a bocca secca.
Ci troviamo nella mente di Sofia, la protagonista, che è debole, fragile, triste, insicura.
La sua vita è scialba, fatta di nulla: madre di un bimbo cresciuto dalla tata, moglie di un uomo arso, rovinato, schifoso, figlia di una solitudine e dell’incomprensione. Sola, depressa, insicura, fino a quando incontra un ragazzo più giovane che, tra testi musicali, frasi e messaggi (oltre che incontri) inizia ad ascoltarla ma a innescare soprattutto qualcosa dentro di lei ma non è solo questo… il tutto con anche un delitto. Vita di oggi, modernità, curiosità, debolezza, solitudine, cattive strade e tanto altro si intrecciano intorno a Sofia e arrivano al lettore.
Osservare. Questo è il primo verbo che mi viene in mente pensando a questo libro.
Ti appoggi su un cavo e osservi ciò che accade ai passanti di questa vita, a quelle che possono essere solamente delle comparse, degli attimi che s’intrecciano al tuo quotidiano.
Oppure, immedesimare.
Entri nella vita di Sofia, ti senti lei, ti manca il respiro, ti deprimi e poi, di rimando, sorridi e ti emozioni quando accade alla protagonista.
Proseguendo, puoi empatizzare.
Scopri la sua vita e te ne dispiaci, affronti Guido, Cecilia, Mauro, Giulia, Tommaso, Hermes, Fabio, Debra, la tata e, per ognuno di essi, ti trovi a giudicare, sostenere, criticare e arrabbiarti.
“Come passeri sui cavi” (di cui volutamente ho svicolato riguardo al proseguo della trama) è un libro moderno che parla di molteplici tematiche che si confrontano tra loro attraverso i personaggi.
Ci confrontiamo con la generazione moderna dove non esiste l’incognita del domani, la volontà di costruire, di progettare, di maturare.
La freddezza e l’ipocrisia di un altro personaggio ci faranno davvero arrabbiare e odiare buona parte delle persone che purtroppo incontriamo ogni giorno.
L’essere gay in un mondo ancora troppo bigotto, maschilista, vittimista e univoco.
E’ uno specchio dove tutto è messo a lucido e mostra realtà su realtà delineando critiche, errori, bigottismi e amenità.
Ci si addentra nell’intimo di molte vite e si delinea una necessità di crescita, di riscoperta, di autenticità che però solo pochi riescono davvero a fare.
Con una scrittura che cresce di pagina in pagina diventando più raffinata, più intima quasi, più profonda, gli autori narrano l’oggi e le sue crepe sempre frequenti.
Ci mettono di fronte a un grande spaccato e ai silenzi che spesso proliferano.
Non saprei cos’altro condividere con voi per farvi capire quanto, non di sicuro con leggerezza, questo testo possa lasciare il segno e differenziarsi da molti libri che spesso troviamo su comuni scaffali di librerie.
Ed ora, tra un sorriso e una riflessione, mi avvio a leggere un nuovo libro.
Alla prossima recensione, la vostra Ele