Recensione di “Io sono l’abisso”
- Titolo: Io sono l’abisso
- Autore: Donato Carrisi
- Casa editrice: Longanesi
Ciao a tutti cari lettori,
mi trovo qui sul divano in questo pomeriggio ottobrino e penso a questo libro che ho divorato di pagina in pagina quasi a perdere il sonno per arrivare all’epilogo, talmente ero coinvolta dalla trama.
Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s’intravede all’orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L’uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti.
E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto.
L’uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l’eccezione di rare ma memorabili serate speciali.
Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall’incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui che ha scelto di essere invisibile, un’ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente.
Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l’uomo che si nasconde dietro la porta verde.
Ma c’è un’altra cosa che l’uomo che pulisce non può sapere: là fuori c’è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l’oscura fama che la accompagna.
E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C’è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l’ombra invisibile che si trova al centro dell’abisso.
Donato Carrisi è una firma moderna e affermata in questo panorama letterario e ogni suo libro entusiasma e cattura.
“Io sono l’abisso” ti cattura fin dalla prima pagina e ti inquieta.
Ogni capitolo trasuda di psicologia, di suspence ma anche di analisi.
Tutto si concentra intorno a Como ma si può estendere ad ogni territorio, italiano o meno.
Ciò che mi ha strabiliato di questo romanzo è come punta il dito, descrive e si discosta dai perbenismi di questa società.
Attraverso questo testo l’autore tratta gli abusi sui minori descrivendo come tali influenzino immensamente la psiche umana e la determinino lasciando segni indelebili e un vuoto per sempre incolmabile.
Ad ampliare questi avvenimenti, egli enuncia come gli abusi spesso non siano fisici ma psicologici e avvengano anche nelle famiglie più insospettabili dove spesso i figli diventano solo un’appendice da dimenticare.
Che si tratti di famiglie abbienti o povere, il ruolo genitoriale ne è fondamentale.
Da questa mia ultima frase mi collego al secondo tema importante di questo libro: la violenza sulle donne.
Spesso vengono messe delle pezze davanti ad atrocità sempre più diffuse; genitori di assassini, stupratori e violenti, scusano i figli, gli proteggono, gli difendono e tutelano senza capire quanto il loro assenteismo o la loro “loquacità” e bonarietà abbiamo poi dato il via a un senso di onnipotenza del maschio.
La famiglia risulta essere il fulcro di ogni vita, da quella ormai adulta a quella più giovane togliendo anche i salami sugli occhi sul fenomeno sempre più dilagante di bullismo, cyber-bullismo e revenge porn.
Donato Carrisi descrive molteplici aspetti della società di oggi lungo una trama sublime, intrigante, angosciante ma molto veritiera tanto che questa opera di fantasia si basa su storie di vita vera e, sinceramente, credo sia assolutamente vero e sempre più sentito nei quotidiani di cronaca.
La depressione, i tentati suicidi, gli abusi, il bullismo, la solitudine, la paura, il giudizio.
L’autore non delude nemmeno questa volta ed io, sua fan accanita, non vedo l’ora che arrivi il 28 di ottobre per vedere se il film sia all’altezza di “Io sono l’abisso”; e voi? Vi aspetto al cinema!
Alla prossima recensione, la vostra Ele