Recensione di “Il mio gioco preferito”
Buongiorno cari lettori, eccomi qui con una nuova recensione.
La poesia… una forma d’espressione sempre meno diffusa.
La poesia… fonte di libertà.
Federica Bembo si nutre di poetica, la anela, ne é positivamente drogata.
“Il mio gioco preferito” racchiude molteplici forme d’espressione dell’autrice ma, soprattutto, sfaccettature della sua anima, dei suoi sentimenti, del suo modo di vivere la vita.
Leggere questa raccolta, suddivisa in varie sezioni, significa toccare Federica Bembo in vari modi, entrare nella sua vita, nell’amore, nel suo modo di vedere attraverso la natura e la natura stessa.
Alcuni scritti, principalmente i primi, ti lasciano con il magone per le tematiche toccate, come la depressione adolescenziale.
L’autrice é empatica. S’immedesima. Rappresenta il sentire più intimo dei suoi affetti o di ciò che la tocca nel profondo.
Allo stesso tempo é intimista e, paradossalmente, si mette a nudo.
Quando si affrontano le poesie sull’amore nasce un maremoto. Impossibile non ritrovarsi in alcuni suoi scritti (o in tutti).
Ne incide la forza, la delicatezza, la difficoltà e la fragilità.
Attraverso vari stili, varie metriche, varie espressioni, con ironia o meno, pungente, irriverente o delicata (a seconda della lirica), Federica Bembo rappresenta il mondo e le emozioni che sente nel profondo.
Fin dal principio si percepisce l’amore spasmodico che l’autrice ha verso questa forma di scrittura; un legame viscerale; una conoscenza del lessico e della poetica che la porta a scrivere con arguzia, scioltezza e profondità.
Federica Bembo sa esser un mare quieto al tramonto quanto in tempesta; ad ogni lettore l’opportunità di scoprirlo.
Alla prossima recensione, la vostra Ele